
Adriano Celentano
- Celentano scatena il putiferio, festival commissariato. Dopo le affermazioni fatte durante la prima puntata del Festival di Sanremo e i duri attacchi verso le testate cattoliche [1] – (video [2]), la Chiesa si scaglia contro la rai e contro il cantante.
Di “ignoranza col microfono” parla la Sir, l’agenzia stampa della conferenza episcopale, ma non mancano i commenti di Avvenire e Famiglia cristiana. La prima testata aveva già commentato l’intervento di Celentano sul sito online attraverso le parole del direttore Marco Tarquinio: “Tutto questo, perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo (in Africa, in Asia, in Sud America) e farle funzionare per un anno intero”.
Mentre Famiglia cristiana definisce il molleggiato come “solo un piccolo attivista dell’ipocrisia, un finto esegeta della morale cristiana che sfrutta la tv per esercitare le sue vendette private”.
La situazione è così critica che il direttore generale di viale Mazzini Lorenza Lei, “dopo aver ascoltato informalmente il presidente e i consiglieri d’amministrazione presenti” ha deciso che “vista la situazione che si è venuta a creare – si legge in un comunicato diffuso nella sala stampa dell’Ariston -, di inviare il vicedirettore generale per l’Offerta, Antonio Marano, a coordinare con poteri di intervento il lavoro del Festival”. Così il festival è commissariato.
Duro il commento di Mario Mazza che afferma che “quando il vertice dell’azienda e il direttore delle Risorse artistiche hanno fatto il contratto conoscevano Celentano, mi meraviglia la meraviglia, non ricordavano di chi si tratta, pensavano cantasse qualche canzone. Nel contratto era prevista la libertà d’espressione dell’artista, poi si può valutare se Celentano l’abbia esercitata al meglio o in alcuni passaggi abbia travalicato i confini del codice etico”.
“Premesso che siamo di fronte a un artista unico nel suo genere e non a un filosofo contemporaneo – prosegue ancora -, non entro nel merito delle singole affermazioni ma quando si auspica la chiusura di un qualunque giornale a me corre un brivido lungo la schiena, da giornalista e da cittadino”.