Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
Economia - Sindacati divisi sulla riforma del lavoro - Monti: "Nessuno ha il potere di veto"

Cambia l’articolo 18, no della Cgil

Susanna Camusso, leader della Cgil

Susanna Camusso, leader della Cgil

Cambia l’articolo 18, no della Cgil.

E’ previsto per giovedì l’incontro finale tra governo e parti sociali, anche se la giornata di ieri è stata sostanzialmente decisiva per la riforma del mercato del lavoro.

Da segnalare il duro scontro tra la Cgil e l’esecutivo. Con il premier, Mario Monti che alla fine ha detto che “nessuno ha potere di veto, la riforma è ampiamente condivisa: sull’articolo 18 è contraria solo la Cgil“.

Immediata la risposta di Susanna Camusso per cui la proposta è “squilibrata, che la Cgil contrasterà in ogni modo, perché gli  a subire il provvedimento sono i lavoratori“.

Nel pomeriggio di ieri, già prima di iniziare il negoziato, il premier Monti aveva annunciato che le posizioni di accordo e disaccordo sarebbero state messe a verbale per poi essere portate in Parlamento “l’interlocutore principale del governo”, dove avverrà la discussione.

“La riforma del lavoro è un’operazione cruciale per dare una migliore prospettiva di competività, di produttività e di crescita dell’economia – ha affermato Monti -, ammodernando gli strumenti di tuela e gli ammortizzatori sociali. E’ la riforma del ministro Fornero – ha detto il premier riferendosi al ministro -. Una riforma che ha ottenuto il consenso di massima dalle parti sociali, e su questa il ministro, in dialogo ulteriore con le parti, lavorerà nei prossimi due giorni“.

Il nodo più spinoso è stato, fino alla fine, l’articolo 18. Su questo, il premier ha ricordato che è stata accertata la posizione di ciascuna delle parti sociali “che ci ha portato a concludere che tutte le parti acconsentono all’articolo 18 nella nuova formulazione, ad eccezione della Cgil che ha manifestato una posizione negativa”.

Sull’accordo il premier è stato chiaro. “Si ascoltano le parti, ma nessuno ha potere di veto – ha detto Monti -. E’ il momento di mettere da parte la cultura consociativa che nel passato ha privilegiato le intese, scaricandone il costo sulla collettività, dice ancora il presidente del Consiglio“.

Illustrando i contenuti della riforma, il ministro Fornero ha sottolineato come gli obiettivi finali della riforma siano “più occupazione in primo luogo di giovani e donne, meno disoccupazione strutturale e miglioramento della qualità dell’occupazione“. Toccando l’articolo 18 “non si vogliono smantellare delle tutele ma rendere meno blindato quel contratto subordinato a tempo indeterminato. E, con la riforma, l’articolo sui licenziamenti si applicherà alla totalità dei lavoratori”. L’obiettivo, ha assicurato il ministro, “è tenere la flessibilità buona e contrastare quella cattiva”.

Sui risultati raggiunti, dunque, pesa il veto della Cgil. “Faremo tutto ciò che serve per contrastare la riforma del mercato del lavoro. Faremo le mobilitazioni necessarie, non sarà una cosa di breve periodo”, ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, spiegando che con le modifiche all’articolo 18 proposte dal Governo si avvierà un periodo di tensioni sociali.

Positivo il giudizio del leader della Cisl Raffaele Bonanni. ”Adesione complessiva” anche per Confindustria. “Esprimiamo adesione complessiva all’architettura della riforma – ha detto Emma Marcegaglia -, ma rimane del lavoro da fare sul alcuni punti che non ci vedono d’accordo“.

 

 

 

 

21 marzo, 2012 - 10.01