Siria, i ribeli verso la tv di stato

Siria
Siria, i ribeli verso la tv di stato.
Continua l’operazione dei ribelli siriani contro i centri del potere di Damasco. Gli insorti dell’Esercito siriano libero (Els), dopo aver rivendicato l’attentato di ieri, in cui sono morti il ministro della Difesa, il suo vice e il capo dell’unità di crisi , si “preparano ad attaccare la sede della tv di Stato”.
Una notizia giunta dai comitati di coordinamento locale dell’opposizione, secondo cui i disertori hanno lanciato un ultimatum ai dipendenti dell’emittente perché lascino “immediatamente” l’edificio, nel quartiere di Mazzeh a Damasco.
E proprio la zona di Mazzeh è stata colpita nella notte da nuove forti esplosioni, secondo quanto riferito da alcune fonti dell’Ansa. Le deflagrazioni sono state talmente potenti da poter essere udite via telefono.
Da giorni è in corso nella capitale siriana l’operazione che i ribelli hanno chiamato “Il vulcano di Damasco e il terremoto della Siria”. Scopo delle operazioni sarebbe quello di abbattere definitivamente il regime di Bashar al Assad. E proprio a una fine del regime si stanno preparando gli Stati Uniti, che stanno mettendo a punto piani d’emergenza per fronteggiare il rischio che , alla caduta di Assad, le armi chimiche in possesso del governo possano essere utilizzate contro la popolazione.
Non si esclude il coinvolgimento di Israele.
Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, “condanna fermamente” l’attentato di ieri a Damasco nel quale sono morti tre alti responsabili siriani, sottolineando “l’estrema urgenza” di fermare le violenze. Ban si sarebbe detto “molto preoccupato per l’utilizzo di armi pesanti da parte delle forze di sicurezza siriane contro i civili, come nella regione di Damasco“.
Intanto il voto del Consiglio di Sicurezza dell’Onu slitta, e sarà messo ai voti alle 15 di oggi. Ma un accordo difficilmente sarà raggiunto vista la contrarietà della Russia.