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“Rafforzare l’impegno contro il femminicidio in Italia”

- Anche la Consulta femminile del Lazio per rafforzare l’impegno contro il femminicidio in Italia

La consulta si mobilita per chiedere alle istituzioni e al governo di verificare fin da subito l’efficacia del Piano Nazionale contro la violenza varato dal governo nel 2011 e l’immediata revisione del Piano stesso insieme al coordinamento promotore di questa Convenzione che ritiene fondamentale:

- sia ratificata immediatamente la Convenzione del Consiglio d’Europa (Istanbul 2011) sulla prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne e della violenza domestica, e siano ottemperate le raccomandazioni conclusive rivolte all’Italia dal Comitato CEDAW del 2011 e dalla Relatrice Speciale ONU contro la violenza sulle donne del 2012;

- sia costruito e rafforzato il sistema di servizi pubblici e convenzionati sul territorio a partire dai centri antiviolenza;

- sia garantita la formazione di tutti i soggetti che lavorano, nei vari settori, con le vittime di violenza e i minori in un’ottica di genere;

- sia vietato, in caso di separazione e affido dei minori, nei casi di violenza domestica agita sulle donne e assistita o subita dai figli, l’affido condiviso e che venga applicato come prassi l’affido esclusivo al genitore non violento; sia vietato l’utilizzo della sindrome di alienazione parentale (PAS) in ambito processuale ed extraprocessuale; e non sia consentito l’utilizzo di tecniche di mediazione familiare in ambito processuale e da assistenti sociali.

- vi siano interventi tempestivi a difesa dell’incolumità delle donne che denunciano violenze in conformità agli obblighi derivanti allo Stato dagli accordi interna

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zionali ed in attuazione dei principi stabiliti dalla Corte Europea dei Diritti Umani in materia di violenza sulle donne;

- sia stabilita una rilevazione dei dati sistematica, integrata e omogenea in materia di violenza sulle donne su tutto il territorio nazionale, da parte dei diversi servizi coinvolti con la loro rielaborazione e la pubblicazione da parte dell’ISTAT;

- vengano rese comunicanti le banche dati delle forze dell’ordine;

- si adottino corsi di formazione su violenza di genere – femminicidio per i giornalisti che già svolgono la professione nelle redazioni e per chi si appresta a svolgerla (scuole di giornalismo e master);

- vengano rivolte campagne di sensibilizzazione nazionali e locali a contrasto della violenza maschile sulle donne rivolte a tutta la popolazione e in particolare agli uomini;

- nella scuole e nelle università, la didattica contenga anche gli argomenti della discriminazione e la violenza di genere, e che in particolare sia fatta attenzione all’adozione di libri di testo che non veicolino pregiudizi di genere nel linguaggio e nei contenuti.

- La proposta politica è unitaria, aperta all’adesione e alla sottoscrizione di altre realtà nazionali, locali, e alle singole persone che vorranno dare sostegno alla Convenzione;

- La Convenzione promuove nella settimana del prossimo 25 novembre una serie di incontri e mobilitazioni; invitando le Istituzioni nazionali e locali a un confronto aperto;

- in particolare chiede al presidente del Consiglio Mario Monti e ai suoi Ministri

di incontrare il coordinamento della Convenzione.

Promotrici della Convenzione: UDI Nazionale, Casa Internazionale delle Donne, GiULiA, Telefono Rosa, D.i.Re, Piattaforma CEDAW:

Fondazione Pangea, Giuristi Democratici, BeFree, Differenza Donna, Le Nove, Arcs-Arci, ActionAid, Fratelli dell’Uomo.

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