“Hai urinato? Ora lecca”, ex vicesindaco condannato a 20 giorni
Barbarano Romano – (f.b.) - ”Hai urinato? Ora lecca”, ex vicesindaco condannato a 20 giorni.
E’ una condanna simbolica quella che ieri mattina il giudice Silvia Mattei ha inflitto a Roberto Campari, ex vicesindaco di Barbarano Romano accusato di lesioni, ingiurie e violenza privata nei confronti di Fabrizio Alvino, il ragazzo di 24 anni che lo ha trascinato in tribunale per un episodio di quasi sei anni fa.
Era la sera dell’8 settembre 2008 e Alviano, all’epoca 17enne, era in piazza con gli amici a una festa del suo paese quando Campari gli si è avvicinato su tutte le furie. L’ex vicesindaco, secondo l’accusa, prende il ragazzo per il collo, gli molla uno schiaffoe lo porta al parcheggio lontano un centinaio di metri dalla piazza. Poi avvicina il viso del 17enne alla sua macchina dicendogli: “Hai urinato? Ora lecca”.
Fabrizio Alviano, che riuscì a divincolarsi e a scappare dalla presa, si è sempre dichiarato innocente rispetto alla “bravata”, ammessa invece dai suoi due amici che però non furono sgridati da Campari. Il giorno dopo il vicesindaco pare abbia minacciato anche le mamme di questi ultimi dicendo loro che gliel’avrebbe fatta pagare.
La denuncia del ragazzo ai carabinieri dà vita a un inter processuale infinito: prima se ne occupa il giudice di pace di Ronciglione, poi il giudice del tribunale di Viterbo Gaetano Mautone e, infine, il fascicolo finisce sulla scrivania del giudice Silvia Mattei che ieri, dopo un’udienza di due ore e mezza, tra discussione e camera di consiglio, chiude la vicenda con la condanna a 20 giorni di reclusione con pena sospesa, mille euro di risarcimento a Fabrizio Alviano e duemila euro di spese legali di parte civile.
Il pm aveva chiesto per Campari la condanna a 25 giorni, mentre il legale di parte civile Giuseppe Ranieri si era limitato a proporre una pena e un risarcimento asu valutazione del giudice. Del resto la condanna era vista più come un gesto simbolico, che potesse mettere fine a una diatriba ormai tirata troppo per le lunghe e mai arrivata a un compromesso tra le parti.
“Siamo di fronte a un uomo – ha detto nella sua arringa l’avvocato Ranieri – che potrebbe essere padre della sua vittima e che per giunta ricopriva anche una carica politica da onorare. Il ragazzino, profondamente turbato da quel gesto, ha avuto bisogno di un ciclo di psicoterapia da ben dodici sedute per riprendersi. E’ una questione di responsabilità e di rispetto delle regole basilari dell’educazione”.
Molto più lungo e articolato l’intervento del legale difensore di Campari, Luigi Mele. ”La parte offesa è il mio assisto, non il ragazzo – ha spiego Mele -. La reazione di Campari è stata dettata dalla stanchezza e dalla rabbia di uomo vittima di bullismo, stanco di ingiurie e danneggiamenti continui. Gli ha dato uno schiaffo? Secondo me ha fatto bene. Io forse gliene avrei dati anche di più. Quanto al fatto che l’ex vicesindaco abbia trascinato il 17enne nel parcheggio, non ne abbiamo prove. E’ solo una forzatura. Chiedo al giudice l’assoluzione in ognuno dei tre capi d’imputazione perché il fatto non sussiste”.
Al termine della camera di consiglio del giudice Mattei è emerso che agli atti del processo non risultava la querela ai carabinieri. Per le lesioni e le ingiurie, quindi, Campari è stato assolto per difetto di querela. Soltanto per la violenza privata è stato invece condannato a una pena di 20 giorni e mille euro di risarcimento.