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Cronaca -Gli investigatori starebbero cercando presunti collegamenti tra gli indagati ed esponenti politici

Telecom Sparkle, sequestrati 300 milioni

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Gianfranco Fini

Riciclaggio, proseguono le indagini su Fastweb e Telecom Italia Sparkle.

I giudici, come misura cautelativa, hanno disposto il sequestro di circa trecento milioni di euro tra crediti e disponibilità liquide di Sparkle. La somma, fa sapere la stessa Telecom Italia, corrisponde al “credito Iva maturato per gli anni di imposta oggetto dell’illecità attivita contestata”.

“Per quanto imputabile a Sparkle i fatti contestati risalgono agli anni 2005-2007″, spiega sempre Telecom in una nota.

Gli investigatori, riporta la stampa nazionale, stanno setacciando i rapporti tra gli indagati ed esponenti politici, in particolare quelli legati all’area di destra. Nel mirino, la mancata autorizzazione all’arresto del senatore Nicola Di Girolamo del giugno 2008 e sul no alla sua decadenza da senatore per assenza dei requisiti. Di Girolamo non era residente all’estero come dichiarato e quindi non poteva essere eletto. Secondo i magistrati, politici e sostenitori di destra, o di una componente di Alleanza nazionale, avrebbero dato la loro protezione al senatore.

Nelle telefonate intercettate, scrive sempre il Corriere della Sera, saltano fuori nomi importanti: l’ex leader di An, e ora presidente della Camera, Gianfranco Fini, il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno e il senatore Pdl Aldo Scarabosio. Di Girolamo sarebbe stato chiamato da Fini ad aprile 2008, secondo quanto dicono gli indagati in una conversazione, subito dopo le prime notizie dell’elezione del senatore all’estero.

“Francamente non ricordo nemmeno di averlo conosciuto Di Girolamo – ha commentato Fini -. Mi pare però di poter escludere a priori di averlo convocato”. Il presidente della Camera ha fatto riferimento a quella data e a quella presunta convocazione del senatore emerse dalle intercettazioni.

25 febbraio, 2010 - 10.20