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L'opinione di un candido democristiano

Aeroporto a Viterbo, serve un sì o un no

di Renzo Trappolini
<p>Renzo Trappolini</p>

Renzo Trappolini

Approvo e sottoscrivo parola per parola l’appello tanto saggio quanto concreto e ” fresco” di Oreste Massolo per avere dai governanti comunali, provinciali ( e regionali) un sì o un no sulla fattibilità vera ( se, quando, con quanti soldi, da prendere dove…) dell’aeroporto a Viterbo in sostituzione di quello di Ciampino.

Anzi, se ne avessi i mezzi inviterei a farne oggetto di pubblica sottoscrizione. In sostanza, a volere l’aeroporto a Viterbo, ormai, è rimasta solo la classe politica locale alla quale quella nazionale, per ovvie ragioni di solidarietà e per antico costume al dire e non dire e comunque non fare, evita di negare incontri e incoraggiamenti verbali, assumendo peraltro iniziative ( studi, cabine di regia, master plan ed anche direttive) che, sul piano del diritto amministrativo (quello che disciplina il modo in cui lo Stato e gli enti decidono), non rappresentano fatti di per sé – e dopo tanto tempo – concludenti.

Massolo mette il dito sul significato vero delle parole dell’ENAC ( senza prescindere dall’autorevolezza “economica privata” di chi le riporta, il sole 24 ore) : la crisi finanziaria e le sue prospettive ( aspettiamoci in autunno una nuova stretta se non vogliamo che gli speculatori ci portino sulle coste della debacle greca) richiedono la lesina nell’uso del denaro e il rigore nelle scelte delle opere da finanziare.

Visto, quindi, che Fiumicino “deve” svilupparsi anche per il suo significato nelle strategie aeroportuali nazionali e i privati hanno già deciso di investire lì, pensare ancora di spendere a Viterbo per la pista ma anche per le strade e i treni per arrivarci potrebbe “comportare una eccessiva dispersione di risorse” che il paese non può oggettivamente permettersi.

Allora, ringraziamenti ai politici locali per come si danno da fare, ma, ormai, il re è nudo e con il peso di trecentomila abitanti (quanto una parrocchia e forse meno di una circoscrizione romana) non gli si potranno comprare i vestiti.

Si posteggi, dunque, in un cassetto il sogno di Icaro – al quale, per far volare questa provincia, abbiamo creduto con nel cuore la canzone di Luigi Tenco ” dai carri dei campi agli aerei del cielo, saltare cent’anni in un giorno solo”- e pensiamo, intanto, ad obiettivi più terra terra: raddoppio dei binari da Cesano a Viterbo sullaFR3 e intera RM Nord, completamento della Trasversale e ripristino della ferrovia Orte Civitavecchia (anche in project finance) per realizzare un “area economicamente omogenea” tra nord della provincia di Roma e Tuscia, apertura del Centro Merci di Orte ( semprechè non sia fuori tempo massimo), cultura di distretto a Civita Castellana e collegamento all’autostrada, attenzione a quanto succede e potrà succedere tra Monterosi, Settevene e Nepi.

Per questo, sottoscrivo l’invito a parlar chiaro rivolto da Oreste Massolo alla classe politica dirigente, la quale sarà tanto più credibile ed apprezzabile quanto più non farà melina, sapendo rinunciare – come a volte ognuno deve fare quando necessario – alle cose impossibili, anche perché “nemo tenetur” nessuno è obbligato ad esse, ma a quelle possibili sì.

Oppure facimmo ‘a ‘mmuina! Basta saperlo.

Intanto, ci sono altri d’accordo con Oreste Massolo?

Renzo Trappolini

20 luglio, 2010 - 19.40