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Politica -Ma solo per una collaborazione esterna alla maggioranza

Il premier spera nell’Udc

<p> Pierferdinando Casini</p>

Pierferdinando Casini

Berlusconi non pensa affatto ad una maggioranza con l’Udc.

“Con Casini possiamo trovare una collaborazione – ha spiegato il premier – ma non verrà con noi, me l’ha già detto”.

Anche Umberto Bossi sa che non è di questo che si sta parlando. E il Cavaliere è convinto di poterlo convincere: “Con Umberto – assicura – parlerò mercoledì: è un amico e ci verremo incontro come sempre. Finché il capo della Lega sarà lui non ci saranno problemi, abbiamo fatto un patto di ritirarci insieme dalla politica”.

Perché dunque il premier insiste nel dialogo con Casini, anche a costo di rischiare la rottura con Bossi? Il fatto è che ha bisogno di guadagnare tempo, deve poter andare avanti ancora qualche mese per portare a casa quei provvedimenti sulla giustizia che ritiene indispensabili per evitare una devastante condanna penale a Milano.

Ecco che la sponda dei centristi diventa strategica: da una parte consente di rendere inoffensivo il “ricatto” di Fini, dall’altra offre ai tanti peones del Pdl spaventati dalle elezioni (e attenti alle offerte del mercato della politica) l’immagine rassicurante di un Cavaliere che le prova tutte per non andare al voto.

Dunque il premier lavora per una “soluzione politica” che, passando per il sostegno morbido di Casini, gli consenta di proseguire ancora qualche mese al governo. E c’è anche chi si spinge fino a ipotizzare qualcosa di più, una federazione Pdl-Udc sotto il segno del Ppe.

Gianfranco Rotondi in proposito ha un suo piano: “A Berlusconi suggerirò un percorso lineare per il dialogo con Casini. Si faccia venire a febbraio in Italia il segretario del Ppe per celebrare la ricomposizione tra il Pdl e Casini. E poi si vada al voto in aprile”.

23 agosto, 2010 - 11.32