Zitti tutti, arriva Gheddafi

Muammar Gheddafi
Non una parola sulla “stravaganza” di Gheddafi.
Berlusconi non lo dice apertamente, ma sembra intenzionato ad assecondare in tutto il leader libico Gheddafi, arrivato ieri a Roma per il secondo anniversario del trattato di amicizia Italia-Libia.
Le uscite del colonnello hanno già infastidito leghisti e cattolici, ma il premier abbassa i toni. “E’ solo folklore“, avrebbe detto Berlusconi, riferendosi alle lezioni di Corano impartite da Gheddafi a una platea di 500 avvenenti hostess, pagate per ascoltarlo.
L’incontro sarebbe avvenuto nella residenza dell’ambasciatore libico Hafed Gadur. Gheddafi ha invitato le ragazze a convertirsi all’Islam, che, a detta del colonnello, “dovrebbe diventare la religione di tutta l’Europa“. Una frase sulla quale il presidente del Consiglio ha glissato, probabilmente per non creare problemi, visti i grandi interessi economici in ballo. Ma non tutti sono concilianti come lui.
“Gheddafi può dire quello che vuole, il governo non è in imbarazzo – afferma Lupi -. Ma noi possiamo anche giudicarlo e sarebbe bene che le sue prediche le andasse a fare da un’altra parte”.
A rincarare la dose ci pensa il sottosegretario Giovanardi. “Mentre Gheddafi può venire a dire a Roma quello che vuole, il Papa non può andare a Tripoli o in Arabia Saudita a fare altrettanto. È sgradevole“.