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Avetrana -Forse l'assassino della ragazza non ha agito da solo

Lo zio di Sarah parla al plurale

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Lo zio di Sarah Scazzi parla al plurale.

Gli inquirenti di Taranto cercano i complici di Michele Misseri.

Lo zio che ha strangolato la nipote forse non agì da solo in quel tragico pomeriggio di agosto. Forse qualcuno lo aiutò almeno ad occultare il cadavere. Oltre alle contraddizioni già emerse nelle versioni fornite da Misseri e dalla figlia Sabrina, un altro dato getta ombre sul giallo di Avetrana.

C’è un momento durante la confessione del 7 ottobre in cui l’uomo parla al plurale di quello che ha fatto dopo l’omicidio: “Ho messo di nuovo il corpo di Sarah in macchina, poi abbiamo parcheggiato… vicino alle canne. Ho parcheggiato”.

La frase tratta dal verbale è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Misseri sta ricostruendo con gli inquirenti le fasi successive all’omicidio.

Racconta degli atti sessuali compiuti sul cadavere, poi dice di aver rivestito il corpo senza vita di Sarah e averlo rimesso sull’automobile. Per un attimo parla al plurale, ma subito si corregge: “Ho parcheggiato”.

Ancora più difficile è reperire le tracce dal cadavere, in acqua per più di 40 giorni: “Non potrò verificare se Sarah si sia difesa con le mani perché le dita sono tutte maciullate e pertanto è impossibile capire”.

Per quanto riguarda poi la violenza sessuale “è impossibile stabilire se ci sia stata o no violenza. L’unica possibilità sono i tamponi del Dna che ho prelevato e che potranno dirci la verità”.

In conclusione, lo stesso medico legale ha chiarito che lo strangolamento è compatibile con la forza di una sola persona, anche perché “un uomo che lavora nei campi è normale che abbia una forza impressionante”.

13 ottobre, 2010 - 16.56