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Ma i legali di Berlusconi affermano l'infondatezza delle accuse

Caso Ruby, la Procura apre un’inchiesta

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Caso Ruby, la Procura apre un’inchiesta.

Le ipotesi di reato contro il premier sono concussione e prostituzione minorile. Una notizia che sa tanto di giustizia ad orologeria, visto che arriva a poche ore dal verdetto della consulta che ha bocciato in parte la legge sul legittimo impedimento.

Ma a rendere ancora più esplicito l’attacco frontale delle toghe al premier è la modalità con cui si vuole celebrare il processo: la procura di Milano ha chiesto il rito immediato. Vuole il processo subito e saltando l’udienza preliminare.

Immediata la replica dei legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo: “Fermo restando l’infondatezza dell’intero assunto accusatorio, per quanto concerne la ipotizzata concussione, dallo stesso capo di incolpazione si evince che, anche in questa fase, la competenza funzionale è pacificamente del Tribunale dei ministri mentre, anche ad escludere la connessione peraltro contestata, per la asserita vicenda di Ruby, comunque la competenza territoriale proprio dal capo di incolpazione è da individuarsi presso il Tribunale di Monza”.

Quindi, concludono Ghedini e Longo, “appare quindi incomprensibile per quali ragioni la Procura di Milano esegua perquisizioni e pretenda di interrogare il presidente Berlusconi per fatti per i quali non ha competenza alcuna”.

Secondo l’accusa, Berlusconi avrebbe provato ad occultare di essere stato cliente di una prostituta minorenne in molti incontri nei weekend nella sua villa ad Arcore ed evitare che venissero a galla i retroscena delle feste cui ha partecipato.

Inoltre, sempre secondo l’accusa, il premier nella notte tra il 27 e il 28 maggio avrebbe abusato della propria posizione istituzionale per indurre la Questura di Milano ad affidare indebitamente l’allora 17enne marocchina Karima “Ruby” El Mahroug, scappata da una comunità per minori di Genova, alla consigliere regionale lombarda Pdl Nicole Minetti.

Il legale di Ruby Rubacuori in mattinata ha precisato che la ragazza non è più stata ascoltata dagli inquirenti dall’ottobre scorso. Gli inquirenti, dunque, avrebbero raccolto informazioni sul premier successivamente da altri testi visto che il nome di Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati per ultimo, il 21 dicembre scorso.

Per giungere alla svolta sarebbero stati fondamentali, secondo fonti investigative, i tabulati telefonici del cellulare della Ruby: dalle analisi i giudici sarebbero venuti a conoscenza di almeno sei incontri ad Arcore tra Ruby e Berlusconi.

14 gennaio, 2011 - 19.32