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Libia - Contro i paesi impegnati nei bombardamenti in seguito all'uccisione di undici imam

Gheddafi lancia la guerra santa

<p>Muammar Gheddafi</p>

Muammar Gheddafi

Muammar Gheddafi gioca la carta della “guerra santa” per resistere alla pressione della Nato.

Ad offrire al raìs questa opportunità è stata la morte di undici imam colpiti a Mersa-el-Brega da un ordigno della Nato denunciata dal portavoce del Governo libico, Moussa Ibrahim.

La morte dei religiosi, secondo Tripoli recatisi a Brega per pregare per la pace e uccisi mentre dormivano, ha provocato la “fatwa” (editto religioso di condanna) emessa ieri dall’imam Noureddin al-Mijrah nei confronti dei cittadini di alcuni Paesi della Nato impegnati nei bombardamenti sulla Libia (Francia, Italia, Danimarca, Gran Bretagna) e dei due Paesi islamici (Emirati Arabi Uniti e Qatar) che aderiscono alla coalizione.

“Siamo a conoscenza delle denunce a proposito di vittime civili in relazione all’attacco – recita una nota del comando Nato – e sebbene non siamo in grado di confermarne in maniera indipendente la fondatezza, ci rammarichiamo comunque per qualsiasi perdita di vite umane, quando essa si verifichi”.

La portavoce Carmen Romero ha poi dichiarato che “non c’è nessuna conferma che le vittime siano state provocate dalla Nato”.

Il prolungarsi del conflitto offre a Gheddafi l’opportunità di accreditarsi come un paladino dell’Islam che argina l’aggressione degli infedeli e la sua resistenza sembra contribuire a indebolire la posizione internazionale degli insorti.

15 maggio, 2011 - 17.31