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Virginio Merola

Bologna, Merola sindaco al primo turno.

Un’attesa fino all’ultimo seggio. Una serata di ansia, speranze e sorprese per Virginio Merola, per ore appeso all’esile filo del 50-più-qualcosa per cento promesso dalle proiezioni, ma lesinato dallo scrutinio reale e incerto fino a tarda sera.

Dopo quindici mesi di commissariamento, Merola è stato eletto con il 50,46% dei voti, e 106.070 preferenze. Il candidato del centrodestra, Manes Bernardini, si è fermato al 30,35%. Massimo Bugani, del Movimento 5 stelle, è arrivato al 9,5%. Stefano Aldrovandi al 5%. Nel voto ai partiti, la lista della Frascaroli al 10%.

Merola, memore di quanto capitò a Flavio Delbono ha atteso fino all’ultima scheda prima di esultare. Poi la festa nella sede elettorale e in piazza: “Abbiamo lottato fino alla fine ma ce l’abbiamo fatta. E’ un segnale di fiducia che indica la volontà dei cittadini di andare avanti sulla strada del cambiamento”.

Clamorosamente invece, nella città di Pierferdinando Casini e di Gianfranco Fini, il terzo polo sparisce. Non aveva, è vero, neppure i suoi simboli sulla scheda, mimetizzato dietro la lista civica di Stefano Aldrovandi. Ma non è bastato per raccogliere neanche la metà dell’eredità del Giorgio Guazzaloca pure sconfitto del 2009, che ha lasciato pochi spiccioli anche al suo ex fedelissimo Daniele Corticelli.

Grande sorpresa, inoltre, per il successo della lista Cinquestelle, il movimento di Beppe Grillo, che sfiora la soglia del dieci per cento, dopo due anni di avanzata a progressione aritmetica: 3% alle comunali 2009, 7% alle regionali 2010.