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Politica - L'ex governatore del Lazio si confessa a Repubblica

Marrazzo: “I transessuali sono donne all’ennesima potenza”

<p> Piero Marrazzo</p>

Piero Marrazzo

- “Papà è andato alla festa sbagliata”. L’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo a sua figlia ha spiegato così gli scandali in cui è stato coinvolto in un’intervista rilasciata in esclusiva a Repubblica. A due anni dall’accaduto, Marrazzo si confessa e chiede scusa.

Ho fatto un errore. Di questo errore voglio chiedere scusa. Ho sbagliato, scusatemi”.

L’errore di cui si parla, Marrazzo lo ha commesso due anni fa, durante un un incontro con un transessuale a base di droga. Poi la scoperta e le dimissioni.

“Non faccio uso di droghe – spiega a Repubblica Marrazzo -.  Mi sarà successo tre o quattro volte nella vita, a distanza di molti anni. Da ragazzo, un paio. Un paio da adulto. Sono pronto a fare l’analisi del capello per dimostrarlo. So che non è un argomento, ma sono certo che moltissimi “insospettabili”, anche tra gli attuali miei censori, non potrebbero dire altrettanto. Quel giorno è successo: anche in questo ho sbagliato. Penso al messaggio devastante che ho mandato, soprattutto ai più giovani”.

Ad accoglierlo in via Gradoli una transessuale, quella che in più casi è stata definita “la sua fidanzata”, ma l’ex governatore del Lazio smentisce.

Assolutamente no. Per anni non ho visto nessuno. Mi era capitato in passato di avere rapporti con prostitute, come a volte agli uomini accade – specie se oberati dal dovere di essere all’altezza delle aspettative, pubbliche e private”.

E così spiega i suoi incontri con i transessuali.

“So che non è bello da sentire e non è facile da dirsi, ma una prostituta è molto rassicurante. È una presenza accogliente che non giudica. I transessuali sono donne all’ennesima potenza, esercitano una capacità di accudimento straordinaria. Mi sono avvicinato per questo a loro. È, tra i rapporti mercenari, la relazione più riposante. Mi scuso per quel che sto dicendo, ne avverto gli aspetti moralmente condannabili, ma è così. Un riposo. Avevo bisogno di suonare a quella porta, ogni tanto, e che quella porta si aprisse”.

E non c’entra l’omosessualità. “Io non sono omosessuale. Non ne faccio un vanto, ma non lo sono. È così. Ho amato solo donne. Moltissimo, e con frequente reciprocità. Dai transessuali cercavo un sollievo legato alla loro femminilità. Il fatto che abbiano attributi maschili è irrilevante nel rapporto, almeno nel mio caso. Non importa, non c’è scambio su quel piano. È il loro comportamento, non la loro fisicità, quello che le rende desiderabili. Ma temo che ogni parola possa suonare come una giustificazione: non è quello che voglio. Quando sei padre le scelte in questo ambito, giuste o sbagliate che siano, se date in pasto alla pubblica opinione fanno male non a te ma ai tuoi figli. È questo che non mi perdonerò mai”.

E poi è stato incastrato. “Aspettavano che arrivassi. Era successo altre volte. È un giro così. Ho saputo nei mesi successivi che quei cosiddetti rappresentanti dell’ordine erano coinvolti in molti altri episodi. Un sistema. Avrei dovuto accorgermene ma le difese, come le ho spiegato, in quei momenti sono molto basse. Non dimentichi, comunque, che nel mio caso è scattata l’azione giudiziaria solo perché io ho denunciato i fatti”.

Nonostante il video fosse in giro da mesi, Marrazzo esclude il ricatto. “Nessuno mi stava ricattando. Io l’ho saputo dopo. Ho ricevuto una sola telefonata, non personalmente tra l’altro, molto ambigua. Non ho dato risposta. Non c’era un tentativo di estorsione in corso: se ci fosse stato, le assicuro, lo avrei denunciato mesi prima. Cosa sarebbe cambiato?”.

Una ricandidatura alla Regione probabilmente, ma Marrazzo afferma che non si sarebbe ricandidato.

Il 19 ottobre del 2009 Berlusconi lo ha avvertito dell’esistenza del video. “Mi ha detto che lo aveva avuto da uno dei suoi giornali a cui era stato offerto. Si è proposto di aiutarmi“.

Poi Marrazzo fa qualche battuta sulla politica e su un suo possibile ritorno. Ma la risposta rimane in sospeso. “Lo so, lo so. So che molti lo temono, anche fra gli “amici”. Ho conservato un rapporto straordinario con le persone, con la gente per strada. Mi chiedono sempre, anche stasera: presidente, quando torna? Le persone comuni capiscono benissimo le vicende della vita, sanno distinguere, sanno giudicare e trarre le conseguenze. Sanno anche perdonare, se la colpa è una debolezza e non una frode ai loro danni. Da uomo pubblico non ci si dimette”.

“Un giorno Enrico Mentana – racconta Marrazzo a Repubblica -, col quale avevo lavorato al Tg2, mi ha detto: Piero, è inutile girarci intorno. Ogni uomo pubblico viene ricordato per un episodio e tu sai che lo scandalo è entrato nella memoria collettiva per sempre.

È vero, e ho apprezzato la sua franchezza, ma sentivo che c’era qualcosa di più.C’è la vita di un uomo, la vita prima e la vita dopo. Questo la memoria collettiva, per quanto impietosa, non può cancellarlo. Per il futuro vedremo, nessuno di noi può darselo da solo. Sconto il mio errore come è giusto. La vita è davanti“.

15 agosto, 2011 - 16.56