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Musica - Gli esami tossicologici non hanno rilevato presenza di droghe al momento del decesso

Amy Winehouse, non è stata overdose

<p>Amy Winehouse</p>

Amy Winehouse

- Non sarebbe stata un overdose ad uccidere Amy Winehouse, trovata morta il 23 luglio nella sua casa di Camden Square a Londra.

A diffondere la notizia è stato oggi il suo ex portavoce attraverso un comunicato stampa.
Pare che le analisi tossicologiche effettuate sul corpo della cantante non abbiano rilevato tracce di droga al momento del decesso. C’erano invece tracce di alcol, ma non in una quantità tale da poter provocare la morte della Winehouse.

Subito dopo la sua morte i tabloid inglesi avevano parlato di crack, alcol ed ecstasy. Nei giorni successivi si era parlato, invece, di una violenta crisi d’astinenza che l’avrebbe uccisa. E non avendo ottenuto risultati sufficienti con l’autopsia, i genitori erano in attesa dei risultati degli esami tossicologici diffusi oggi che hanno smentito l’ipotesi di overdose.

Resta comunque un mistero la sua morte, viste le dichiarazioni di un pusher pubblicate sul Daily Mirror che avrebbe aiutato la Winehouse a comprare 1200 sterline di crack. L’uomo, Tony Azzopardi ha detto di aver incontrato Amy al pub The Eagle il 22 luglio alle 23,30 circa. Versione che è stata poi confermata da alcuni testimoni che l’hanno vista vicino al locale.

Nel frattempo sul web sono state diffuse le prime note del duetto postumo tra la Winehouse e Tony Bennett. L’album che contiene il brano uscirà a fine settembre.

23 agosto, 2011 - 18.41