Invia questo articolo Stampa questo articolo
Condividi: Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web.
  • Webnews
  • Digg
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • LinkedIn
  • Live-MSN
  • MySpace
  • OKnotizie
  • Technorati
  • YahooMyWeb
  • TwitThis
Politica - Il leader della Lega nord nel suo comizio

Bossi: “Referendum per Padania libera”

Umberto Bossi

Pronti al referendum per la Padania.

Un comizio atteso quello di oggi del senatur, che a Venezia viene accolto dai suoi sostenitori al grido “Secessione, secessione”.

“Ma come si fa – ha esordito Umberto Bossi – a stare in un Paese che sta addirittura perdendo democrazia? Il fascismo è ritornato con altri nomi e facce.

Bisogna trovare una via democratica – ha aggiunto –  forse referendaria, perché un popolo importante e lavoratore come il nostro, non può essere costretto a continuare a mantenere l’Italia. L’Italia attuale è uno schifo. Dobbiamo avere la forza per ottenere la nostra libertà”.

Poi arriva l’attacco ai giornali.

“I giornalisti sono dei grandissmi str… Sono degli Iago. Raccontano bugie. Attaccano la mia famiglia perché non possono attaccare me. Sono dei disgraziati”.

Prima di lui, sono saliti sul palco di Venezia i ministri leghisti Roberto Calderoli e Roberto Maroni.

“Se non c’era Bossi, non c’era la Lega – ha detto Calderoli -. Se c’è da presentarsi vengono e dico: ‘io rappresento la Lega’ e poi dopo dicono: ‘io rappresento l’istituzione’. E no, polvere sei e polvere ritornerai. Io, Maroni, gli altri noi non saremmo un cazzo senza Bossi. Ricordo ai più realisti del re che senza Bossi non sarebbe niente”.

Poi Maroni difende il lavoro dei ministri leghisti. “Il governo – spiega il ministro dell’Interno – non è un mezzo ma un fine per combattere la nostra battaglia sul federalismo e ci saremo fino a quando ce lo dirà Umberto Bossi. E mentre noi ci danniamo per strappare risultati concreti c’è chi si occupa di certe porcate. Basta sentire parlare di intercettazioni, case fantasma offerte da misteriosi benefattori. Questo modo romano di far politica non è quello che ci ha insegnato Bossi”.

18 settembre, 2011 - 16.41