“L’Ue si muova altrimenti lo spread non calerà”

Mario Monti
“L’Ue si muova altrimenti lo spread non calerà”.
E’ l’allarme lanciato dal premier Mario Monti prima di volare a Bruxelles. Monti ha mostrato grandi preoccupazioni per la ripresa aggressiva dell’ondata speculativa, capace di trascinare ieri Piazza Affari quasi sotto del quattro per cento e di rilanciare il differenziale con i bund tedeschi a quota 523 punti.
Il presidente del Consiglio ha detto che tutto quello che andava fatto, per risanare i conti pubblici, è stato compiuto. Da oggi parte la delicata missione, quella di ridare credibilità all’Italia al cospetto dei mercati.
Per il premier se lo spread resta a livelli elevati, non è per l’assenza di una politica economica, né per la mancanza dei “fondamentali” che sono di tutto rispetto a cominciare dall’avanzo primario. Ma è lo scacchiere europeo a non tranquillizzare il presidente del Consiglio. Quell’Europa che non offre garanzie agli investitori. E dunque ai mercati che restano nel dubbio e non capiscono quanto sia affidabile il “sistema-Europa”. Con risultati di chiusura come quelli di ieri a Francoforte, piuttosto che a Parigi e, soprattutto, Milano.
Della stessa lunghezza d’onda anche il leader del Pd Pierluigi Bersani ha insistito, nei colloqui avuti in questi giorni col capo del governo. Anche il segretario si è detto convinto che “abbiamo fatto tutto quel che potevamo” e che ora “bisogna andare a Bruxelles e sbattere i pugni sul tavolo, se sarà necessario”.
L’Unione non potrà chiederci altro e anzi toccherà ai partner adottare misure adeguate per far fronte alla crisi per neutralizzare la speculazione. E quindi anche la Germania dovrà farsi carico di dare una risposta rassicurante ai mercati. Per non assumersi il rischio di far naufragare il progetto europeo.
Liberalizzazioni, semplificazione delle procedure per gli investimenti, un meccanismo di agevolazioni fiscali ancora allo studio, in particolare per le aziende. Saranno questi i punti principali su cui insisterà il premier di fronte ai partner europei. Tuttavia, il vero ostacolo per il premier consiste nel ridare fiducia ai cittadini per esortarli, mettendoli nella condizione di spendere e riattivare così i consumi.