Attacco in Siria, Obama non molla e divide il G20
Barack Obama
- Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama divide il G20.
Obama, infatti, non ha ceduto alle pressioni dei leader degli altri Stati sull’abbandono dei raid aerei in Siria, facendo finire in secondo piano il tema del rilancio dell’economia globale.
Sembra impossibile trovare una via comune attraverso la mediazione politica, come propone il premier italiano Enrico Letta.
La Casa bianca sostiene che le truppe leali al presidente Bashar al-Assad avrebbero condotto l’attacco nell’area di Damasco con i gas tossici che il 21 agosto scorso hanno fatto perdere la vita a oltre 1400 persone.
Ma Putin pensa, al contrario, che non ci siano prove sufficienti contro gli oppositori del regime.
Dopo il no della Russia, che ha diritto di veto, e il no del Consiglio di Sicurezza delle nazioni Unite, Barack Obama farà pressione sul Congresso degli Stati Uniti.
Il presidente ha infatti già annunciato un discorso alla nazione che terrà martedì.
“L’applicazione della forza nei confronti di uno Stato sovrano – ha affermato il presidente Russo Vladimir Putin – è possibile solo per autodifesa e con il mandato Onu, e non è questo il caso. Come già detto, chi agisce in modo unilaterale viola la legge internazionale”.
Tra i paesi contrari all’intervento elencati da Putin figurano la Cina, l’Argentina, l’Italia e il Brasile. Ma ha fatto intendere di includervi anche il vaticano, dopo il messaggio di pace inviato da Papa Francesco.
Il pontefice, a tal proposito, ha rinnovato il suo appello dall’account twitter, scrivendo: “La pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l’umanità”.