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L'alambicco di Antoniozzi

Questi politici che consumano droga

di Alfonso Antoniozzi

 

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Per come la vedo io, la vera notizia non è tanto che uno decida di passare le sue notti con le squillo mentre un altro preferisce i trans: questa è cosa che riguarda, semmai, i gusti personali e le consorti dei signori in questione e che, forse, potrebbe far sorridere gli elettori la prossima volta che capiterà loro di ascoltare, dalla bocca del politico di turno, il panegirico della famiglia e dei sacri valori morali.

 

Niente di nuovo sotto il sole: “basta che non si sappia in giro”, “l’importante è fare bella figura” e via discorrendo sono frasi che sentiamo tutti i giorni e all’insegna del motto “vizi privati, pubbliche virtù” appare ormai da troppo tempo costruita la moraletta su cui spesso si regge non solo l’amministrazione del nostro Paese ma il comportamento generale dell’italiano medio.

La vera notizia, su cui pochi hanno passato una linea di evidenziatore, sta nel consumo di droghe e nella corruzione di cui si sono macchiati alcuni esponenti delle forze dell’ordine.

Sempre per come la vedo io, non c’è nulla di male se uno vuole passare le sue serate a schiumare coca, a patto che questo qualcuno non debba poi prendere delle decisioni che riguardino tutti noi.

Chiunque abbia avuto un minimo di frequentazione, anche a mero titolo di curiosità, della polvere bianca sa benissimo di cosa sto parlando e potrà confermarvi che no, sotto coca non si fanno scelte che restano famose.

Se dunque qualcuno ha in mano le redini di un’amministrazione, beh, come minimo ci si aspetta da costui che si assuma la responsabilità di legiferare a mente lucida e non in pieno “down” da notte brava.

L’altra notizia, dicevo, è la corruzione. Ora, è chiaro che ogni bravo cesto di mele ha le sue mele marce e non si può fare di ogni erba un fascio, ma al cittadino farebbe piacere poter pensare che se si viene colti in flagranza di reato il peggio che possa capitare sia di passare qualche annetto di reclusione a spese dello Stato, e non di essere ricattati da chi è pagato (male) per proteggerci da malviventi e ricattatori.

C’è poi una terza notizia. Leggo dai giornali che Berlusconi sapeva del video che immortalava una seratina di Marrazzo in via Gradoli e che il presidente del consiglio, per sua stessa ammissione, avrebbe fatto una telefonata al governatore dicendo che esisteva tale video ma che i suoi giornali e le sue testate non lo avrebbero pubblicato.

Non so a voi, ma se a me arrivasse una telefonata del genere stenterei a leggerla come un attestato di solidarietà. La leggerei, piuttosto, come segue: “ho un’arma potente contro di te, vedi di ricordartelo”, e se fossi nei panni del povero Marrazzo mi sentirei nel pugno non solo di quattro carabinieri disonesti ma anche della parte politica che mi è avversa.

Bene ha fatto dunque Marrazzo a gettare la spugna invece di trincerarsi dietro assurde teorie, dimostrando che non è poi così vero che non esiste differenza tra politico e politico o, se preferite, tra uomo e uomo.

Alfonso Antoniozzi

28 ottobre, 2009 - 14.37