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Cronaca -Ha usato delle lenzuola tagliate e annodate in cella

Si impicca la neobrigatista Diana Blefari

La neobrigatista Diana Blefari Melazzi, in carcere per l’omicidio del professor Marco Biagi nel 2002, si è suicidata.

Ieri sera, dopo che le era stata notificata la sentenza della Cassazione, si è impiccata nella cella di Rebibbia.

La donna, che nel giorno dell’arresto si era dichiarata “militante rivoluzionaria del partito comunista combattente”, era l’affittuaria del covo di via Montecuccoli, un appartamento dove i terroristi responsabili della morte di Biagi e D’Antona custodivano un arsenale con 100 chili di esplosivo e l’archivio delle “Nuove Brigate Rosse”.

Riconosciuta come “la compagna Maria”, che Cinzia Banelli indicò fra le staffette che seguirono il professor Biagi la sera dell’omicidio, alla Blefari sono stati attribuiti il noleggio del furgone usato per la preparazione dell’omicidio e la partecipazione al pedinamento a Modena. Sul suo portatile fu rivenuto anche il file con la rivendicazione dell’omicidio.

Inizialmente si era mostrata sicura di sé, poi le certezze si erano incrinate, lasciando spazio a un profondo stato di crisi psichica. Il giorno della condanna in primo grado fece a pezzi tutto quello che riuscì ad afferrare.

Una scena violentissima, seguita da astenia, autoisolamento, rifiuto del cibo e dei liquidi.

I medici di Rebibbia chiesero un trattamento sanitario obbligatorio “in altra struttura più idonea”, essendo concreto, così scrissero, il pericolo di vita per la detenuta. L’ultima perizia psichiatrica è datata aprile. Era stata disposta per verificare la sua capacità di stare in giudizio e quella di intendere e di volere, dopo che la terrorista aveva aggredito un agente di polizia penitenziaria.

Dopo la condanna in primo e secondo grado la Suprema Corte, il 7 dicembre 2007, aveva annullato con rinvio la sentenza d’appello emessa nei suoi confronti sottolineando vizi di motivazione sulla sua condizione psichica. L’Appello aveva riesaminato il caso disponendo una perizia psichiatrica con la quale era stata accertata la capacità dell’imputata di stare in giudizio. L’ergastolo era quindi stato confermato il 27 ottobre, e ieri pomeriggio il verdetto le era stato notificato in cella.

Dopo poche ore, attorno alle 22.30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate, Diana Blefari Melazzi si è tolta la vita. Ad accorgersi quasi subito dell’accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria: hanno provato a rianimarla senza però riuscirvi.

1 novembre, 2009 - 16.05