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I bambini rimasti al sicuro a scuola

Lampedusa, scontri fra isolani e immigrati

- Scontri a Lampedusa fra isolani e immigrati. Il caos è esploso ieri pomeriggio dopo che un incendio ha quasi distrutto il centro di accoglienza dove alloggiavano gli immigrati.

Alcuni di loro sono stati fermati dalla polizia perché pare volessero impossessarsi di bombole a gas per poi farle esplodere. Sarebbero numerosi i feriti, specialmente tra le forze dell’ordine (video).

La furia degli isolani, nel frattempo, non accenna a placarsi, e alcuni di loro avrebbero tirato pietre contro gli immigrati. Sarebbero stati aggrediti anche un giornalista e un cameramen di Sky dagli abitanti dell’isola che accusano i media di “essere la causa del caos di questi giorni”.

Nel frattempo, il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis, chiuso nel suo ufficio e perennemente scortato dopo il tentativo di aggressione di qualche lampedusano, lancia il suo appello al presidente della Repubblica.

“Ho cercato di parlare con il presidente Berlusconi e il ministro Maroni ma non è mai stato possibile. Non è più il tempo delle chiacchiere e dei ragionamenti buonisti. Il Viminale porti via tutti i tunisini. Ci aiuti il presidente Napolitano che si è sempre dimostrato sensibile nei nostri confronti”.

Visti i momenti di tensione e guerriglia, i bambini non sono stati fatti uscire dalle scuole.

“Abbiamo detto al personale – spiega il sindaco di Lampedusa – di non farli uscire finché la situazione non tornerà alla calma”.

Stando ai primi calcoli, sarebbero all’incirca mille i tunisini che si trovano ancora a Lampedusa. Già nella notte due voli militari sono riusciti a trasferire un centinaio di immigrati nella base di Sigonella. Il trasferimento aereo continuerà anche oggi al fine di velocizzare e favorire il rimpatrio.

 

21 settembre, 2011 - 15.51