Stop di Napolitano all’offensiva di Di Pietro
Stop del Quirinale all’offensiva di Di Pietro per la cena di due giudici costituzionali con Berlusconi.
Il presidente della Repubblica ha fatto sapere che, non ha alcun fondamento istituzionale la richiesta di un intervento del capo dello Stato, che interferirebbe, solo, nella sfera di insindacabile autonomia della Corte costituzionale.
Alla dichiarazioni del presidente della Repubblica si sono aggiunte quelle del giudice costituzionale Paolo Maria Napolitano.
Napolitano ha giudicato “spropositata” la reazione suscitata dalla notizia della cena col premier.
“Alcuni per ignoranza, altri per malafede hanno confuso e confondono il ruolo del giudice costituzionale con quello di normali tribunali, corti di appello. È chiaro che un giudice di tribunale non può andare a cena, pranzo o colazione con persone che deve giudicare”, ha affermato il giudice costituzionale.
“Ma in questo caso è diverso. Noi non giudichiamo mica il presidente del Consiglio, noi giudichiamo sulle leggi”, ha aggiunto. Il giudice costituzionale – puntualizza ancora Napolitano – non è un giudice ordinario e non fa parte dell’ordine giudiziario. Basta leggersi la Costituzione”.
Ma Di Pietro non molla e continua ad appellarsi al capo dello Stato: “Così viene ribaltata la verità, che è un’altra – ha insistito l’ex pm – cioè che sono stati i due giudici della consulta, Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, a ledere l’autonomia della Corte costituzionale, rivendicando l’intima amicizia e invitando a cena l’imputato Silvio Berlusconi, sotto processo per gravi reati, le cui sorti giudiziarie dipendono anche dalle loro decisioni”.
Ciò che chiede il leader dall’Italia dei valori al capo dello Stato è di ripristinare la credibilità e la sacralità di questo organo costituzionale, compito che “spetta solo a lui in quanto garante della Costituzione”.