“Una sentenza preconfezionata”
“E’ tutto molto difficile e faticoso. E’ un anno e mezzo che stiamo combattendo, combattendo anche insieme a voi e di questo vi devo dare atto e vi ringrazio”.
A parlare è il padre di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio che è stato ucciso sull’autostrada da un agente della Polizia stradale.
“Sembra una battaglia persa ma, per fortuna ce ne saranno altre di battaglie e se non sarà sufficiente ci sarà anche una guerra – ha aggiunto Giorgio Sandri – e vorrei fare un appello ai ragazzi, questo fare non paga, bisogna fare qualcosa di più costruttivo e forse si metteranno un pochino più di paura e quello che è successo ieri ad Arezzo potrebbe non succedere piu’”.
Queste dichiarazioni sono state fatte all’indomani della sentenza di primo grado, che ha condannato a sei anni l’agente Spaccarotella per omicidio colposo e non volontario.
“Più dignità ai tifosi, più dignità a tutti i ragazzi, perché ieri sono stati umiliati. Probabilmente Gabriele non ha avuto la giustizia che meritava perché identificato semplicemente come un tifoso e questo è gravissimo”, ha detto il papà di Sandri.
“Per un episodio simile c’è stata una richiesta di condanna a 25 anni, in altre zone d’Europa. Un’altra cosa la vorrei domandare a qualche politico. Ma se al posto di Gabriele ci fosse stato il figlio di Manganelli o di Berlusconi – ha concluso Giorgio Sandri – la sentenza sarebbe stata la stessa uscita dal tribunale di Arezzo? Decisamente no. Si tratta di una sentenza preconfezionata”.