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Svizzera -Il regista è stato fermato per il mandato di cattura internazionale emesso dalle autorità americane

Arrestato Polanski, stuprò una 13enne nel ’77

Roman Polanski

Roman Polanski

Roman Polanski è stato fermato in Svizzera dalla polizia, su mandato di cattura internazionale emesso delle autorità americane. Era approdato in città per ritirare un premio alla carriera assegnato dal Festival del cinema di Zurigo, e che avrebbe dovuto ricevere stasera.

Il regista, che è cittadino francese e da tempo vive a Parigi, fu condannato nel 1978 negli Stati Uniti per aver avuto rapporti sessuali con una tredicenne. Per questo era fuggito dagli Usa, e non vi aveva più messo piede. Adesso, come confermano le autorità svizzere, è in attesa di estradizione.

Polanski è autore di tanti film che hanno lasciato un segno nella storia del cinema. E ha ottenuto, nella sua lunga attività, tanti riconoscimenti importanti: dalla Palma d’oro per Il Pianista (2002) all’Oscar come migliore regista, l’anno successivo.

Non solo un grande regista, però. Un personaggio molto complesso: ebreo di origini polacche, nato nel 1933 a Parigi, da bambino torna in Polonia, e viene rinchiuso nel ghetto. Riesce a fuggire, ma la madre muore nei campi di sterminio.

Passano tanti anni, Polanski è già un regista di successo che vive negli Stati Uniti, quando avviene un altro evento traumatico: la morte della giovane moglie Sharon Tate, incinta all’ottavo mese, per mano di Charles Manson e della sua banda di esaltati. Ed è questa la vicenda che lo segna di più.

Alcuni anni dopo, è lui invece a finire nel mirino della giustizia. Accusato di aver violentato nel 1977, nella casa di Jack Nicholson, una bambina di 13 anni. Di questo, negli ultimi anni, è tornata a parlare Samantha Geiger, la giovane stuprata da Polanski, che oggi è una donna sposata e vive nelle Isole Hawaii.

In un’intervista alla rivista americana Vanity Fair, ha dichiarato di non serbare più rancore al regista. “Ho una vita felice e altrettanto auguro a Polanski”, ha detto.

Lo stupro avvenne nell’estate 1977 , dopo che Polanski invitò la giovane per un servizio fotografico nella villa californiana di Nicholson, promettendole una carriera da modella. Condotto l’8 agosto 1977 davanti al giudice di Santa Monica, Lawrence Rittenband, deceduto nel 1993, il regista ammise le sue responsabilità, ma il giorno prima che venisse emessa la sentenza, a inizio ’78, scappò precipitosamente in Europa.

Negli ultimi tempi il cineasta aveva cercato trattare un accordo con la magistratura americana, offrendo un’ammissione di colpevolezza in cambio di una revisione della condanna. Ma lo scorso maggio un giudice di Los Angeles ha rifiutato l’appello presentato dagli avvocati del regista, in cui si parlava di scorrettezze compiute durante il processo che nel 1978 portò alla condanna per rapporti sessuali con una minorenne. Il giudice Peter Espinoza aveva detto di non poter esaminare il caso fino visto che l’imputato si rifiutava di presentarsi in aula.

E adesso, l’arresto in Svizzera. Che ha provocato una dura reazione del ministro della Cultura francese, Fredric Mitterrand: “Sono stupefatto – ha dichiarato – di apprendere la cattura di un cittadino francese, che è anche un regista di fama internazionale”.

Mitterrand ha proseguito dicendo di aver sottoposto il caso al presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, “che segue la vicenda con grande attenzione. E che si augura una soluzione rapida della vicenda”.

27 settembre, 2009 - 17.41