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Pordenone -El Ketawi Dafani ammette di aver ucciso la figlia 18enne volontariamente

“Ci provavo da una settimana”

<p>Carabinieri</p>

Carabinieri

Dopo due giorni di tentennamenti, l’ammissione.

“Era una settimana che ci provavo”. Sono le uniche parole pronunciate da El Ketawi Dafani, il marocchino in carcere con l’ accusa di aver ucciso Sanaa, la figlia di diciotto anni.

Da qualche settimana, infatti, la ragazza aveva deciso di andare a vivere con il fidanzato, Massimo De Biasio, 31 anni, nonostante la contrarietà del padre.

“Dopo questa decisione – ha raccontato ieri la moglie, Fatna Sharok, di 39 anni – non dormiva, restava sveglio fino alle 4 di mattina, non mangiava, fumava sempre, era sempre arrabbiato e voleva vedere la figlia”.

E’ questo che ha trasformato il cuoco in una belva. Il fidanzato della ragazza, dall’ospedale, ricorda: “Non dimenticherò mai gli occhi di suo padre mentre la uccideva: era una belva. Io ho fatto di tutto per salvarle la vita e sono qui soltanto perchè il padre è fuggito avvertendo la presenza di alcune persone che lo hanno spaventato altrimenti la sua intenzione era di uccidere anche me”.

Nella ricostruzione Massimo De Biasio spiega di aver stretto fra le mani la lama del coltello nel disperato tentativo di salvare la ragazza. Non ce l’ha fatta ed è rimasto lui stesso ferito.

El Ketawi Dafani scendeva dalla strada che conduce al ristorante “Monte Spia” di Montereale Valcellina, di cui Massimo è socio e dove Sanaa lavorava come cameriera.

Lui e la ragazza erano a bordo della sua Audi A4 e lo hanno incrociato. El Ketawi Dafani è arrivato come un fulmine e ha tirato fuori la figlia dall’auto, afferrandola per i capelli.

“Ha tentato di farla salire sulla sua auto – ha raccontato il giovane – ma lui e la ragazza hanno lottato e glielo hanno impedito. A quel punto El Ketawi Dafani è andato verso l’auto e è tornato indietro”.

18 settembre, 2009 - 16.25