Era seduto sul sedile della morte
Seduto sul sedile della morte. E’ chiamato così in gergo il posto che occupava Giandomenico Pistonami, il primo caporalmaggiore di Lubriano, ucciso nell’attentato in Afghanistan.
Mitragliere sui mezzi blindati Lince, Pistonami aveva raccontato la sua esperienza all’Espresso, ricordando il suo amico Alessandro Di Lisio, deceduto il 14 luglio scorso per lo scoppio di un ordigno al passaggio di un convoglio italiano a Farah.
“Esco tutti i giorni, faccio da scorta a materiali e persone. Il mio è il ruolo più importante della pattuglia – aveva detto Gian Domenico – ho più campo visivo e uditivo. Con un gesto posso fermare le macchine che passano”.
Una posizione estremamente pericolosa, di cui Pistonami era consapevole. Lo si capisce dal pensiero che durante l’intervista aveva avuto per i suoi familiari.
“Purtroppo – aveva detto in un’intervista rilasciata all’Espresso il 3 gosto scorso- la mia famiglia guarda i telegiornali, ma sono tranquilli quando mi sentono che sono tranquillo, per fortuna ci sono Internet e il telefono”.
Pistonami aveva 26 anni ed era figlio unico. Era fidanzato con una ragazza di Lubriano.