“Fini e Berlusconi faranno pace”
“Strutturare” il partito. Consultazioni periodiche tra i due co-fondatori del Pdl e veri vertici di maggioranza per definire le questioni aperte con la Lega. Insomma questioni organizzative.
Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi si sono incontrati stamattina ai funerali dei militari uccisi in Afghanistan, si sono commossi e si sono stretti la mano durante la messa in segno di pace.
Nel pomeriggio invece ci sarà l’atteso faccia a faccia, questa volta a casa di Gianni Letta e non a Montecitorio, dopo gli attacchi del direttore del Giornale Vittorio Feltri a Fini, il conseguente gelo e le incomprensioni delle ultime settimane.
Ed è soprattutto il rapporto con la Lega il nodo da sciogliere. Fini e gli ex di An chiedono chiaramente una maggiore democrazia interna al Pdl e un “ridimensionamento” politico della Lega per quanto riguarda le tematiche portate avanti dal governo. Sullo sfondo la partita delle regionali.
Il nodo si chiama Veneto: anche Niccolò Ghedini, avvocato del premier, ha ribadito in un’intervista che il Pdl riconfermerà Giancarlo Galan alla guida della regione. Mentre la Lega minaccia di correre da sola.
“Fini e Berlusconi dopo quindici anni di collaborazione devono rafforzare il loro sodalizio, strutturando un partito capace di essere trainante per la coalizione e per i successi del governo” dice Italo Bocchino, il più vicino al presidente della Camera.
E nella direzione di una rappacificamento hanno lavorato in questi giorni tutti i big del Pdl, da Ignazio La Russa a Gaetano Quagliariello. Oltre naturalmente a Gianni Letta. Bossi non ha dubbi: “Faranno la pace… C’è sempre stata”.