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Germania -Riconfermata grazie alla coalizione con i liberali di Guido Westerwelle. La Sdp tracolla.

La Merkel trionfa

<p> Angela Merkel</p>

Angela Merkel

E’ ufficiale: Angela Merkel trionfa alle elezioni insieme ai suoi pontenziali alleati liberali (Fdp) del giovane intellettuale Guido Westerwelle. Per la Spd invece è un vero tracollo.

La Germania insomma riconferma alla Cancelleria la Merkel, ma con un chiaro mandato: avvicinarsi ad un governo conservatore-moderato grazie alla coalizione con i liberali del centro-destra e rompere la Grosse Koalition con la Socialdemocrazia che ha governato negli ultimi quattro anni.

Alle urne però c’è stata una bassissima affluenza, forse la più bassa in sessant’anni.

La Merkel comunque non può che essere soddisfatta: “Abbiamo ottenuto una maggioranza stabile in grado di formare un governo con i liberali. Questo è l’importante” ha commentato dopo l’esito degli scrutini.

Secondo proiezioni ed exit poll diffusi con grande velocità dalle reti tv pubbliche Ard e Zdf pochi istanti dopo la chiusura dei seggi alle 18, la Cdu di Angela Merkel e il suo partito-fratello regionale bavarese Csu ottengono il 33,5%, perdendo appena l’1,7%. I liberali volano al 15% (più 5,2%).

I due partiti del campo moderato quindi ottengono rispettivamente 229 e 95 seggi, cioè sommati 324 seggi sui 598 del Bundestag, il Parlamento federale. Hanno quindi una confortevole maggioranza anche senza mandati supplementari, quelli che si assegnano quando il candidato locale d’un partito ha voti in eccesso di riporto più dei voti allo stesso partito sul posto ma da assegnare alla lista nazionale.

L?esultanza è subito esplosa tra fiumi di birra, chiampagne e grida che inneggiavano ad “Angie”.

Musi lunghi invece alla Spd, che perde ben l’11,7% e cala al 22,5% dei voti, appena 143 seggi. La Linke (sinistra radicale, cioè i postcomunisti dell’est e Lafontaine) cresce del 3,3%, quindi supera il livello del 10 e sale al 12,5%. Avrà 90 seggi, è la nuova terza forza del paese. Salgono anche i Verdi del 2,4% al 10,5% ma cedono appunto alla Linke il ruolo di terza forza e di motore nuovo della sinistra.

Per l’Europa, gli Usa, Russia, Cina e India è un segnale di continuità nella politica estera tedesca. Ma il grande trionfatore è il giovane Guido Westerwelle, che a questo punto ha in pugno tutti i titoli per chiedere l’incarico di vicecancelliere e ministro degli Esteri. E’ un europeista convinto, vuole una linea tollerante e multiculturale, l’integrazione degli immigrati, è favorevole all’ingresso della Turchia nella Ue.

Per la Spd, il più antico partito della sinistra europea, è il peggior risultato storico. Preannuncia un terremoto al vertice, la leadership moderata e riformatrice del ministro degli Esteri uscente e candidato cancelliere Frank Walter Steinmeier e del finora ministro delle Finanze Peer Steinbrueck esce a pezzi.

Si fa già avanti Klaus Wowereit che chiede un rinnovamento, alludendo a una svolta a sinistra. In ogni caso, il tracollo della Spd è una sconfitta per tutte le sinistre europee. Dopo quella del Ps francese contro Sarkozy, dopo quella annunciata del Labour di Brown contro i Tories di Cameron nel Regno Unito, dopo mille altre batoste: tempi duri per i partiti progressisti nella Ue.

28 settembre, 2009 - 11.42

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