Parola di procuratore…
Le parole pronunziate qualche giorno fa dal procuratore di Bari, Antonio Laudati, hanno portato notevole sollievo nel panorama politico nazionale: “Da quello che viene pubblicato sui giornali – avrebbe detto il procuratore – è di tutta evidenza che il presidente del consiglio Silvio Berlusconi è assolutamente fuori da qualsiasi responsabilità penale”.
Indubbiamente si è confortati da concetti così chiaramente espressi, anche perché l’autorevolezza della fonte garantisce sulla fondatezza dell’opinione espressa.
Del resto, sarebbe stato veramente un fatto enorme che il presidente del consiglio fosse risultato in qualche modo implicato in un giro di prostituzione, tanto da compromettere forse definitivamente la sua permanenza a capo della coalizione governativa.
Comprensibile quindi il sollievo e il conforto che quelle dichiarazioni hanno suscitato, sia per la notizia in sé, sia per l’importanza implicitamente attribuita alla libera stampa che quelle notizie aveva pubblicato.
Il sollievo e il conforto, però, son durati poco, insidiati da ulteriori elementi di valutazione.
Il procuratore, infatti, era giunto da poco a Bari fresco di nomina, credo proveniente dal ministero, e quindi non poteva conoscere le migliaia di carte dell’inchiesta su Tarantini e soci.
Nella sua dichiarazione, infatti, non riferisce su risultati ufficiali dell’inchiesta, che del resto non avrebbe potuto rivelare se non con atti formali alla sua conclusione, ma soltanto di impressioni ricavate dalle “notizie” pubblicate sui giornali.
L’ufficio inoltre non ha confermato nulla, né nell’immediato, né successiva mente, e questo silenzio appare significativo, al limite di una smentita, tanto più che esso è composto dai sostituti procuratori che da mesi portano avanti quella indagine, e conoscono quindi non soltanto le notizie pubblicate, ma molto di più, conoscono i dati completi del pasticciaccio sardo-barese, e mai finora hanno rilasciato dichiarazioni sommarie in soccorso di politici.
Il quadro perciò non deve ancora essere chiaro, anche perché il giro di prostituzione di cui si parla ha messo in moto fattispecie penali molto delicate, dove basta un niente per coinvolgere chiunque in reati vergognosi. Insomma, è ancora presto per dire che sia vicino l’approdo sicuro dell’ “utilizzatore finale”.
Non rimane perciò che attendere che la stampa continui a fare il suo lavoro fino in fondo e che faccia emergere fatti e circostanze tali da illuminare la scena degli avvenimenti scoperti e pubblicati, a favore degli indagati e dei giudici che indagano, secondo i casi.
Perciò tutti innocenti fino a sentenza contraria, protetti dalla legge e dalla stampa, almeno da quella libera.
Severo Bruno