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Il corsivo di Meroi

Berlusconi indebolito…

di Marcello Meroi

 

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Marcello Meroi

La pronuncia della Corte Costituzionale sul lodo Alfano ha certamente creato un clima arroventato nella politica, ma ha anche messo in grave crisi le istituzioni.

 

Non condivido affatto chi afferma che le sentenze si applicano e non si commentano, perchè non c’è alcuno scandalo a sottoporle all’analisi dei cittadini, al pari di ogni altro atto comunque emanato nel loro interesse.

Se infatti fosse vera la ricostruzione che, nelle ultime ore, alcuni quotidiani nazionali hanno fatto sul modo con cui si è arrivati alla sentenza, ci sarebbe poco da stare allegri.

Una “moral suasion” del presidente Napolitano, che per la verità è apparso sino a oggi uomo di assoluto buon senso e rispettoso delle istituzioni, sarebbe stata in qualche modo scarsamente ascoltata.

Verità, gossip, polemica politica?
Quello che però appare certo è che comunque non solo il presidente del Consiglio risulta oggi indebolito, ma anche l’intero sistema.

I processi contro Berlusconi riprenderanno, gli avvocati del premier si prodigheranno per dimostrarne l’innocenza, ma anche per cercare di rallentare i tempi delle decisioni della magistratura, lo scontro politico sarà sempre elevatissimo con reciproci tentativi di delegittimazione e il Paese senza alcun dubbio ne risentirà.

A chi afferma che di tutto questo la colpa è solo del capo del governo non è difficile rispondere che il lodo Alfano, così come il precedente lodo Schifani, avrebbero potuto rappresentare, sia pure con qualche doveroso correttivo che pare fosse stato suggerito e concordato ai massimi livelli, una soluzione di tipo temporaneo per differire e certo non cancellare il giusto e doveroso giudizio.

Invece anche al pronunciamento della suprema corte si è voluto dare, da entrambi gli schieramenti, un significato meramente politico, cercando di accreditare la pronuncia come una sorta di referendum pro o contro Berlusconi in cui i sostenitori della tesi vincente avrebbero avuto titolo a festeggiare con caroselli di auto.

Adesso la situazione non è certo facile. I rapporti molto tesi, al di là delle dichiarazioni più recenti, tra premier e capo dello Stato, non favoriscono certo il clima politico in un momento nel quale è necessario, senza ulteriore indugio, porre mano a necessarie riforme: la giustizia, la pubblica amministrazione, il federalismo fiscale.

In questa situazione tutto sarà più complicato e gli strilloni privi di senso dello Stato, spalleggiati da giornalisti (si fa per dire) la cui principale qualifica professionale è la militanza politica e il portafoglio gonfio, sono già pronti a interpretare il ruolo di moderni Masaniello e a fare ulteriori danni.

Servono nervi saldi e voglia di ricreare un dialogo più necessario che mai tra i due maggiori schieramenti politici per uscire da un “tutti contro tutti” che fa solo male all’Italia. Certo che se quella ricostruzione fosse vera… si sarebbe potuto agire meglio…

Marcello Meroi

12 ottobre, 2009 - 16.02