Il Pdl cambia volto
Stamattina il presidente della Camera Gianfranco Fini ha incontrato a Montecitorio i coordinatori del Pdl, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, per una valutazione delle candidature per le Regionali del 2010.
Ecco il segno tangibile della svolta nel Centrodestra. Iniziata con la lettera degli ex di An a Silvio Berlusconi, accettata dal premier, che chiedeva un coinvolgimento di Fini nelle decisioni del Pdl. Così doveva essere e così è stato.
Ed ecco che la rivoluzione finiana (che ha portato alla proposte sull’ora di religione islamica nelle scuole) ha avuto ripercussioni anche sul potere all’interno del Pdl.
La Russa, ex coordinatore di An prima della fusione, doveva essere il portatore delle tesi della destra all’interno della nuova formazione politica e al tavolo del premier. Ma così non è più. Il ministro della Difesa è troppo ‘berlusconiano’ e oramai il suo ruolo è pari a quello di Bondi e Verdini, non è più il portavoce delle tesi di Via della Scrofa. Che vengono portate avanti oggi dai finiani.
Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera, e Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo Economico sono i due veri vincitori nella nuova geografia politica del Centrodestra. Proprio perché espressione del presidente della Camera. Tanto che non è escluso che i due ministri – La Russa e Bondi – lascino nei prossimi mesi il loro ruolo di coordinatori del Pdl.
Altro sconfitto è Gianni Alemanno. Sale invece Alessandra Mussolini, che in perfetto orario è tornata all’ovile, ovvero al fianco di Fini. Restano invariate le quotazioni di Maurizio Gasparri: che fosse un berlusconiano non è una novità ed essendo capogruppo al Senato del Pdl ha comunque voce in capitolo. Certo non come rappresentante delle idee del presidente della Camera.