Berlusconi dorme a palazzo Chigi
Berlusconi torna a dormire a Palazzo Chigi. Per la seconda volta, lo aveva già fatto giovedì notte, il presidente del Consiglio non è rienrato a dormire nella sua residenza romana di palazzo Grazioli, ma si è fermato a palazzo Chigi. Una scelta forse motivata da ragioni di sicurezza legate all’arresto del libico Game. La decisione sarebbe stata comunque presa dal sottosegretario Gianni Letta che avrebbe informato personalmente il premier.
Per due notti consecutive il presidente del Consiglio ha deciso di passare la notte nella sede del governo invece chea palazzo Grazioli, la residenza-ufficio dove dal 2001 trascorre gran parte delle giornate e le notti quando è a Roma. Difficile capire i motivi che hanno portato Berlusconi a lasciare via del Plebiscito dove ieri ha trascorso l’intera giornata dopo la riunione del Consiglio dei ministri, per poi trasferirsi solo a tarda sera a palazzo Chigi.
Nessuna certezza, dunque, sulle ragioni per cui Berlusconi ha deciso di trasferirsi, per ora, notte e giorno a Palazzo Chigi e su quanto tempo resterà lontano da palazzo Grazioli. Alcune fonti parlano di possibili ragioni di sicurezza, forse legate alla lista con i nomi di una ventina di personalità politiche, tra cui lo stesso presidente del Consiglio, trovato in possesso di Mohamed Game, l’attentatore libico che lo scorso 12 ottobre ha tentato di farsi saltare in aria davanti alla caserma Santa Barbara di Milano.
Intanto, nel pomeriggio di ieri trascorso nel suo ufficio, il premier si è dedicato alle prossime scadenze in agenda e in particolare sul rebus delle regionali. Con la Destra di Storace sarebbe stata raggiunta un’intesa a livello nazionale anche se, spiegano dal Pdl, fino a quando non si capiranno i tempi del disegno di legge sul processo breve il resto degli argomenti passano in secondo piano.
Il tutto sembra rimandato all’ufficio di presidenza del partito previsto ormai per il mese di dicembre. Nell’attesa pero’ vanno sciolti alcuni nodi tra cui il caso Cosentino e l’attribuzione delle candidatura tra Pdl e Lega nelle regioni del Nord.