“E’ tutta colpa mia”
Gli investigatori a via Due Ponti si sono trovati davanti una scena molto complessa e poco chiara. Nel piccolo monolocale dove è stata ritrovata morta Brenda, il cui vero nome era Wendell Mendes Paes nata il 28 novembre 1977, molti elementi restano ambigui.
Ulteriori passi avanti si attendono dagli esami tecnici sul materiale sequestrato, tra cui il pc trovato nel lavandino, e dall’autopsia sul corpo della trans. Una scena equivoca: non c’erano elementi che diano una chiara chiave di lettura: la trans morta al piano di sopra, il pc nel lavandino, il borsone con gli indumenti bruciati vicino alla porta.
Nella casa di Brenda non è stato trovato liquido infiamambile. La bottiglia di whisky, inoltre, non era vicino al corpo della trans, vestito solo di un lenzuolo, annerito e riverso a terra sul soppalco del piccolo monolocale di Due Ponti. Non sono stati trovati nemmeno medicinali a prima vista. Il pc, confermano gli investigatori della questura, è stato trovato nel lavandino del bagno, sotto il getto del rubinetto.
Gli investigatori della squadra mobile hanno cercato di ricostruire le ultime ore di vita di Brenda, fino a circa le 2,30, quando, dopo essersi prostituita per strada nella zona del bowling, il tassista l’ha riaccompagnata a casa, da sola. Ora si cerca di ricostruire quel buco di meno di due ore: i vigili del fuoco infatti sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppandosi all’interno dell’appartamento alle 4,16 e sono arrivati sul posto alle 4,33. Ovvero, dalle 2,30 circa, un buco di meno di due ore, durante il quale però potrebbe essere successo di tutto.
“E’ colpa mia, è colpa mia. Dopo aver distrutto me, hanno fatto morire anche lei. Non è possibile, non è giusto, non doveva andare così. Perdonatemi per il male che ho fatto a tutti quanti. Non volevo. Ho sbagliato, ho commesso tanti errori, ma non doveva finire così…”. Piero Marrazzo, secondo quanto riportato da un noto quotidiano italiano, avrebbe accolto con queste parole la notizia della morte del trans Brenda.
L’ex governatore del Lazio, che si trova nell’abbazia di Montecassino, si sarebbe attribuito parte della responsabilità: “Se non ci fosse stato tutto questo clamore intorno a me, se non fosse venuta fuori questa vicenda, se non avessi coinvolto tutte queste persone in questa storia, forse Brenda sarebbe ancora viva.
Perché prendersela con Brenda? Perché deve soffrire così tanta gente?”.