Agostinelli ricorda Piazza Fontana
“Ho un ricordo vivissimo del 12 Dicembre 1969. Quando giunse la notizia in università io e Bruna, mia moglie, prendemmo l’11, il tram da città studi, e arrivammo al Verziere.
Con noi camminavano operai con la tuta e donne che venivano dal mercato che stava smontando, l’ultimo che si teneva ancora in centro città.
Arrivati a piazza Fontana ci colpì la presenza di gruppetti di uomini di mezza età che ripetevano ad alta voce che la bomba l’avevano messa “quei bastardi che fanno casino nelle fabbriche e all’università”.
Era così grande il nostro sgomento e così forte la reazione democratica che si andava organizzando, che finii per dimenticarmi di quell’episodio dei propagandisti- provocatori organizzati, per farmelo tornare alla mente invece quando cominciò a partire l’attacco a Valpreda e agli anarchici e quando fu più chiara l’intenzione reazionaria di quella strage.
Quando salimmo sul bordo della fontana per guardare lo squarcio dell’esplosione, ci prese angoscia: c’era sangue che si vedeva attraverso i caschi della polizia e un enorme buco nel pavimento che sembrava attrarre come in un vortice le nostre speranze di cambiamento, allora intensissime.
Nell’Italia che non riesce ad aggredire i suoi misteri, (mafia, colpi distato, logge massoniche, terrorismi), quello è il momento in cui il nostro Paese, consapevolmente o meno, ha perso l’innocenza.
Da quella data sono passati 40 anni, nei quali la nostra Repubblica, la nostra società non sono riuscite a fare piena luce su quanto è avvenuto, sulla partita che si stava giocando. Molti lo hanno capito forse, ma tanti altri no”.
Così Mario Agostinelli che, oggi 12 dicmbre, sarà a Copenhagen per la marcia sul clima.
Il consigliere regionale lombardo parteciperà alla conferenza che riguarda il domani e il dopodomani del pianeta e ha fatto sapere che inizierà il suo discorso, ricordando i fatti di piazza Fontana di quaranta anni fa.