Al via nuovo codice di autoregolamentazione
Un nuovo codice di autoregolamentazione e non una nuova legge che comporterebbe una stretta della morsa della censura.
Questa è la soluzione individuata dal ministro Roberto Maroni durante l’incontro con i principali responsabili dei social network italiani: Facebook, Microsoft, Google, Telecom, Wind, Vodafone, H3G, Fastweb, British Telecom, Associazione italiana internet provider, Assotelecomunicazioni e Confindustria.
L’incontro era stato richiesto dai vertici di Facebook, in seguito alle polemiche relative alla nascita di gruppi a favore delle aggressioni fisiche al premier Silvio Berlusconi.
Pochi giorni prima dell’incontro al Viminale, il ministro aveva minacciato repressione e oscuramenti delle pagine che incitavano alla violenza.
Un provvedimento che si è reso da subito controproducente e, soprattutto, di difficile applicazione considerando i milioni di messaggi che compaiono giornalmente su Facebook.
L’idea di un codice di autoregolamentazione, che prevenga i reati invece di punirli, secondo il ministro sarebbe un’anteprima mondiale, il primo accordo tra uno stato e il mondo dei social network.
Questo è solo in parte vero: in realtà da circa due anni esiste già un codice di autoregolamentazione a livello europeo, chiamato “The Safer Social Networking Principles for EU”.
Questo codice, sottoscritto da tutti i più importanti social network, ha aspirazioni più ampie: oltre a limitare i contenuti violenti prova a proteggere i minori e i valori di privacy.
L’autoregolamentazione sarebbe lo strumento preferito da governi mondiali quando si parla di tecnologia, perché i tempi delle leggi non sono in grado di adattarsi ai ritmi delle innovazioni.
L’unico ostacolo è che per renderli efficaci occorrono buone idee e clausole vincolanti, una condizione che dovrà essere verificata nei prossimi giorni, quando governo e social network si riuniranno di nuovo per definire le linee guida dell’accordo.