Berlusconi attacca Consulta e magistratura
Berlusconi, a Bonn al congresso del Partito popolare europeo, torna ad attaccare i magistrati e la corte costituzionale . Subito arrivano le repliche Gianfranco Fini e del presidente della Repubblica Napolitano.
“In Italia succede un fatto particolare – ha sostenuto Berlusconi – di transizione a cui dobbiamo rimediare: la sovranità, dice la Costituzione, appartiene al popolo. Ma questo non è più vero. Il Parlamento fa le leggi, ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale e questa abroga la legge”.
“Per questo cambieremo la Costituzione” ha aggiunto il premier.
Non basta, per Berlusconi: “La consulta non più un organo di garanzia, ma un organo politico, composto per 11 membri su 15 da esponenti di sinistra. Una sinistra che è allo sbando e cerca di vincere attraverso i processi. La maggioranza è invece coesa e forte, con un premier super. La sinistra ha attaccato il presidente del Consiglio su tutti i fronti inventandosi calunnie . Chi crede in me è ancora più convinto. Tutti si dicono: ‘Dove si trova uno forte e duro, con le palle come Silvio Berlusconi?’”.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini replica: “E’ certamente vero che la sovranità appartiene al popolo, ma il presidente del Consiglio non può dimenticare che esso ‘la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’ (art. 1). Ed è altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indicano chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte costituzionale. E’ la ragione per la quale le parole di Silvio Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo”.
Ma Berlusconi contreplica duro: “Non ho nulla da chiarire – dice – anzi, sono stanco delle ipocrisie”.
Il presidente Napolitano parla di “attacco violento alle istituzioni” e chiede una “leale collaborazione” tra i poteri dello Stato.
“In relazione alle espressioni pronunciate dal presidente del Consiglio – si legge nella nota ufficiale del Quirinale – in una importante sede politica internazionale, di violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla costituzione italiana, il presidente della repubblica esprime profondo rammarico e preoccupazione. Il capo dello Stato continua a ritenere che, specie per poter affrontare delicati problemi di carattere istituzionale, l’Italia abbia bisogno di quello “spirito di leale collaborazione” e di quell’impegno di condivisione che pochi giorni fa il senato ha concordemente auspicato”.
I commenti in Italia
Anm: “Per fortuna di tutti l’ordinamento italiano e la Costituzione vigente prevedono organi di garanzia e il controllo dell’operato di qualsiasi potere e ordine, magistratura compresa. Ovviamente la Corte costituzionale come in ogni Paese del mondo che ne preveda l’esistenza, giudica le leggi approvate dalle maggioranze parlamentari, di qualsiasi colore e orientamento politico. E la Costituzione, come spiega qualsiasi manuale di Educazione civica, la colloca tra gli organi di garanzia e non tra le articolazioni della magistratura”.
Antonio Di Pietro: “Berlusconi sta stracciando la Carta Costituzionale, prima riducendo il Parlamento a un servizio privato, ora volendo eliminare la Consulta, ultimo baluardo della Costituzione. Se non è fascismo questo, che cosa ci vuole? L’olio di ricino?”.
Pier Luigi Bersani (Pd): “I popolari europei hanno avuto modo di constatare direttamente cos’è il rischio di populismo. Sono convinto che anche loro se ne preoccuperanno perché il centrodestra in Europa sa bene cos’è una Costituzione, cosa vuol dire picconare una Costituzione e a quali esiti può portare. Le parole di Napolitano sono ferme e sagge. Dal premier frasi violentissime e sconsiderate. Il Pd sarà in piazza anche per difendere l’impianto istituzionale”.
Rocco Buttiglione (Udc) : “Non fa bene all’Italia trasferire in ambito europeo le vicende della nostra politica e quelle personali del presidente del Consiglio. Conferma l’immagine dell’Italia come un paese di pulcinella. Sono rimasto allucinato. Il primo errore è stato quello della sede. Non si va in una sede internazionale dando del paese un’immagine così disastrata. Il premier deve avere la consapevolezza democratica di capire che esiste un capo dello Stato, una Corte Costituzionale, un Parlamento”.