E’ svolta democratica?
Inizia con questo articolo inviatoci dal sinologo di Vallerano Giacomo De Angelis una serie di interventi su una delle nazioni protagoniste della politica mondiale: la Cina.
De Angelis vive e lavora a Pechino.
Riceviamo e pubblichiamo – La Cina, passo dopo passo, cambiamento dopo cambiamento, sta avanzando con percentuali sbalorditive.
È positivo? Non è positivo? Le opinioni sono diverse. La cosa certa e importante è che sta procedendo, per quanto le è possibile, insieme al resto del mondo dietro la bandiera del progresso economico e sociale. È inevitabile.
Proprio questa sua compartecipazione la sta spingendo a fare delle scelte obbligate e inserire all’interno del suo cuore, un miliardo e cinquecento milioni di persone (più o meno), dei piccoli bypass sempre più numerosi a favore di un sistema arterioso democratico, importantissimo, esiste già in parte, ma non si vede chiaramente, almeno per ora.
Come riprova di tutto questo, l’ufficio stampa del consiglio di stato cinese ha pubblicato di recente un libro bianco, politica trasparente, sui propri concetti di democrazia.
È la prima volta nella storia cinese che si parla esplicitamente di democrazia popolare, di democratizzazione della nazione e di tutta una serie di nozioni connesse, questo è già sufficiente per un’attenta riflessione.
Ovviamente, il contenuto del testo e la Cina possono continuare a essere criticati, ma vorrei che si leggesse con occhio lungimirante, attento a cogliere quelle sfumature, arrivate direttamente dalle consapevoli voci dei leader, che includono in un prossimo futuro il concetto di nazione libera.
“…opporsi alla libertà di scelta significa opporsi alla storia.” (Mikhail Gorbaciov, giugno 1989).
Inoltre non si deve trascurare l’importantissimo valore che hanno i numeri in questa nazione, ossia la popolazione. Una minuscola manovra o provvedimento politico di una qualsiasi città italiana che prevede di per sé un discreto impegno economico, in Cina diventa una cosa quasi impossibile.
Chi legge o ascolta le notizie date sulla Cina, dovrebbe in prima analisi comprendere il valore dei numeri, quindi applicare un alto esponente e rileggere in chiave più realistica il tutto. Questo di certo non assolve diverse colpe ma aiuta a capire, con la libertà di non condividere, certe scelte e manovre politiche.
Oltre ai numeri, per avere un quadro generale della situazione, si dovrebbero conoscere bene e analizzare certi aspetti culturali e storici che hanno caratterizzato e influenzato lo sviluppo e il progresso cinese negli ultimi duecento anni.
Il 4 novembre 2009, l’ufficio stampa del consiglio di stato cinese ha pubblicato il libro bianco dal titolo “Istituzione della politica democratica cinese” nel quale sono riportati gli importanti progressi ottenuti dal paese e dai vertici del partito verso l’istituzione di una politica democratica socialista.
Nel documento si afferma che la democrazia cinese di stampo socialista è ben radicata in tutta la nazione, un territorio vastissimo e ideologicamente fertile in cui la Cina “vive” e si evolve da millenni.
Questa notevole opera è stata resa possibile grazie all’impegno del Pcc e del popolo cinese intenti a conquistare l’indipendenza, la libertà e il benessere di tutto il paese. Senza nessun dubbio questa rappresenta l’unica scelta in relazione alla situazione mondiale e nazionale, e alle esigenze sociali derivate dal progresso.
Il libro bianco riporta dettagliatamente gli importanti risultati ottenuti nella costituzione della democrazia socialista nei cinquanta anni dopo la fondazione della nuova Cina e in particolare negli ultimi venti anni.
La democrazia socialista cinese persiste con razionalità nell’analisi del principio fondamentale che integra la teoria marxista con la reale situazione del paese.
Inoltre è stata tratta esperienza e assimilato gli aspetti positivi delle politiche di altre civiltà comprese le democrazie occidentali, inserendo, per quanto possibile, alcuni principi liberali di altre culture nel sistema cinese.
Di conseguenza è stata creata una democrazie socialista dalle chiare connotazioni cinesi, ossia una forma di democrazia sotto la direzione del Pcc, dove il popolo è il principale protagonista ma attuando un controllo democratico dello stesso come garanzia, principio organizzativo fondamentale e metodo esecutivo del sistema democratico centralizzato.
Inoltre è stato sottolineato che la posizione dirigente del Pcc, rappresenta la scelta storica del popolo ed è stata gradualmente realizzata durante una lunga lotta per la ricerca dell’indipendenza, della forza e della prosperità nazionale, avendo come punto di riferimento il benessere e la serenità di tutta la popolazione.
Nel testo si spiega anche il sistema dell’assemblea popolare nazionale che consiste in un meccanismo di consultazione politica e di cooperazione multilaterale sotto la direzione del Pcc, e la reale situazione del sistema di autonomia etnica regionale.
Per quanto riguarda la costituzione democratica a livello cittadino e rurale, è stato chiarito che attualmente la Cina ha stabilito un sistema basilare di autonomia democratica che ritiene il comitato di villaggio, di quartiere (nelle città) e le assemblee degli impiegati e degli operai aziendali come principali espressioni democratiche.
Le masse possono in base alle leggi avere vari diritti: di voto, decisionali, amministrativi e di supervisione. La libertà d’autonomia negli affari e nelle imprese di interesse pubblico delle strutture di base costituisce già il più concreto e diffuso aspetto democratico.
Il rispetto e la tutela dei diritti umani sono il requisito indispensabile per garantire al popolo una libertà ad ampio raggio e rappresentano l’esigenza principale per lo sviluppo della democrazia socialista.
L’emendamento della costituzione approvato nella seconda sessione della decima assemblea popolare nazionale ha incluso nella costituzione “Il rispetto e la garanzia dei diritti umani” da parte dello stato.
Nel Libro bianco si afferma che basandosi sui dati e sui risultati derivati dallo sviluppo economico e sociale negli ultimi cinquanta anni, attualmente il popolo cinese gode di moltissimi ed effettivi diritti adeguati alle circostanze come mai si sono visiti in passato.
I diritti di sussistenza e di sviluppo del popolo sono stati già garantiti, realizzando in linea di massima due storici balzi in avanti per quanto concerne le condizioni della vita, ossia il passaggio da uno stato di indigenza alla possibilità di avere sufficienti mezzi di sussistenza per poi arrivare ad una società benestante.
I diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, gli indiscussi diritti delle donne, degli anziani, dei giovani e di altre realtà come i disabili, nonché i diritti delle minoranze etniche, sono stati tutti garantiti.
Tuttavia nel documento si annota anche che al momento il sistema democratico va ancora perfezionato e continuano ad esserci diversi problemi da risolvere.
Pertanto, da questo momento in poi, i principi che l’istituzione democratica cinese deve seguire sono: unificazione organica conforme alle leggi della direzione del Pcc, unificazione del popolo come aspetto principale dello stato e unificazione dell’amministrazione governativa; valorizzazione delle caratteristiche del sistema socialista.
Agevolazioni per la stabilità sociale, per lo sviluppo economico e per un continuo miglioramento del tenore di vita del popolo, per la salvaguardia della sovranità statale, per l’integrità territoriale e per la dignità dello stato, adattandosi all’oggettiva regola di uno sviluppo progressivo e strutturato.
Nel libro bianco, con profonda convinzione, speranza e voglia, si afferma che la democrazia socialista cinese viaggia insieme al mondo e andrà di pari passo con l’incessante progresso economico e sociale, perfezionandosi giorno dopo giorno.
Giacomo De Angelis