Gli operai della Fiat a Montecitorio
Circa 500 operai sotto Monecitorio. Era il gruppo di metalmeccanici aderente al sindacato della Fiat dello stabilimento di Termini Imerese e di Pomigliano D’Arco.
L’intenzione dei manifestanti era di raggiungere palazzo Chigi in occasione del vertice Governo-azienda-sindacati.
Al grido “Vergogna” hanno chiesto di incontrare l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne. Ma la polizia all’altezza di via della Colonna Antonina, adiacente a palazzo Chigi, li ha bloccati.
Le tute blu erano partite lunedì in tarda serata su un convoglio speciale formato da sette carrozze. Obiettivo: scongiurare la previsione dell’ad Sergio Marchionne di fermare la produzione automobilistica in Sicilia dal 2011.
In piazza Montecitorio insieme con i colleghi provenienti da tutti gli stabilimenti del gruppo e dipendenti dalle diverse imprese che lo compongono (Fiat Auto, Iveco, Cnh, Sevel) e i sindacati dei metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Fismic, anche il sindaco di Termini Imprese, Totò Burrafato, oggi presente al Consiglio comunale straordinario convocato a Roma, nella sede della Regione siciliana, dal presidente dell’assise Stefano Vitale.
“La seduta straordinaria del Consiglio comunale a Roma – spiega Vitale – vuole essere una testimonianza chiara dell’importanza e del significato che assume la presentazione del nuovo piano industriale per Termini Imerese e per il suo comprensorio”.