“Il mio è stato un gesto vigliacco”
”Un atto superficiale, vigliacco e inconsulto”.
Così Massimo Tartaglia, l’uomo che domenica sera ha colpito al volto Silvio Berlusconi con un souvenir del Duomo, ha espresso le sue scuse in una lettera che ha inviato tramite i suoi legali al presidente del Consiglio.
L’uomo, interrogato dagli inquirenti, ha ammesso le proprie responsabilità, dichiarando di aver agito da solo, escludendo ”qualsiasi militanza o appartenenza politica”.
Tartaglia si trova in isolamento al carcere di San Vittore in una cella al centro di osservazione neuropsichiatrico.
E’ atteso per oggi il suo interrogatorio di fronte al gip Cristina Di Censo, che dovrà decidere sulla richiesta del procuratore aggiunto Armando Spataro di convalida dell’arresto e custodia cautelare in carcere con l’accusa di lesioni pluriaggravate.
Intanto il premier rimane ricoverato all’ospedale San Raffele di Milano dove per tutta la giornata di ieri si sono succedute innumerevoli le visite di parenti, amici, ed esponenti delle istituzioni.
Stamattina Berlusconi, che si è svegliato intorno alle 6,30 e ha chiesto subito di poter leggere i giornali, ha già ricevuto la visita del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti.