No-B day: Il Cavaliere si dimetta
Una folla viola invade la Capitale per manifestare contro Berlusconi.
“Siamo un milione - assicurano gli organizzatori – . Più delle aspettative”.
Nel mirino c’è lui, il Cavaliere “che è un mafioso”, che “si deve far processare”, che “si deve dimettere”. Sventolano manette di polistirolo e striscioni che raffigurano Berlusconi dietro la sbarre. Sono sventolati da gente di ogni età, critici verso un Pd che oggi c’è ma non c’è.
C’è tanto rosso per le vie della Capitale. E’ quello delle bandiere delle varie anime dell’universo comunista. Tornano i verdi e il loro “Cavaliere radioattivo”. C’è anche qualcosa del Pd: la presidente Rosy Bindi, Ignazio Marino e qulacun altro.
Il serpentone si muove alle 14 e i numeri non sembrano oceanici. Ma con il passare dei minuti il corteo si ingrosserà fino a diventare enorme. “E’ il miglior corteo degli ultimi 150 anni” recita uno striscione. Una folla che attacca Berlusconi ma non risparmia Massimo D’Alema. E che, a sorpresa, loda Gianfranco Fini.
L’onda viola arriva a piazza San Giovanni e la riempie. Di Pietro piazza le sua bandiere in prima fila, mentre l’ex pm e i suoi ostentano sciarpe viola: “Più opposizione e più piazza – dice il leader dell’Idv – il buon esempio della società civile serva alla politica per ritrovare l’unità”. Rosy Bindi lo ascolta e chiosa: “Noi qui ci siamo ma non ci mettiamo il cappello. Sinceramente mi ha dato fastidio vedere le bandiere dei partiti”.
Dal palco il fratello del giudice Borselino è durissimo: “Il vero vilipendio è che persone come Schifani e Berlusconi occupino le istituzioni”-
Secondo la questura sarebbero solo 90mila i manifestanti. Da San Giovanni arriva un segnale, forte, all’opposizione. “E’ una festa – dice Gianfranco Mascia, che ai girotondi aveva partecipato -. Il viola è il colore che tiene insieme coloro che sono stufi della deriva che ha preso questo paese”. Ma chi è questa gente che ha invaso Roma? “Gente che si era allontata dalla politica ma che non sono contro la politica” dice il portavoce Massimo Malerba. E da domani? “Lo decideremo insieme, ma Berlusconi stia sicuro: gli staremo col fiato sul collo”.
Già, il domani. E l’eredità che questa giornata lascia alle forze dell’opposizione. Con un Berlusconi in difficoltà, capire e gestire questa spinta è la vera sfida. Che tatticismo, polemiche e “cappelli” dei partiti rischiano di vanificare.