Si sceglie la via diplomatica
Iran e Iraq scelgono la via diplomatica sulla vicenda delle truppe iraniane che avrebbero occupato un impianto petrolifero in territorio iracheno.
L’ambasciatore dell’Iran a Baghdad, Hassan Kazemi-Qomi, ha incontrato ieri i rappresentanti del governo iracheno per discutere delle accuse mosse dall’Iraq, relative all’incursione di 11 soldati iraniani che avrebbero preso il controllo di un pozzo in un’area contesa tra i due paesi, ha detto il portavoce.
Comunque, l’ambasciatore ha ribadito la posizione dell’Iran, che nega le accuse.
Il diplomatico ha detto agli iracheni che una commissione congiunta, cui partecipano sia responsabili del settore petrolifero che militari di entrambi i paesi, dovrà risolvere tali problemi.
Le contese di confine tra i due paesi continuano anche dopo vent’anni dalla fine della guerra durata otto anni e che avrebbe fatto 1 milione di morti.
Il ministero del Petrolio ha messo in gara a giugno un contratto per sviluppare Fakka e altri vicini giacimenti. E’ stata la prima volta dalla deposizione del regime di Saddam. Ma le aziende straniere non hanno gradito le condizioni poste dall’Iraq.
Ieri sera le autorità irachene hanno tenuto un vertice di emergenza, accusando l’Iran di una “violazione della sovranità irachena” e chiedendo l’immediato ritiro delle truppe.
Al tempo stesso, il governo iracheno, ha cercato di evitare di danneggiare le sue complesse quanto delicate relazioni con l’Iran, paese a maggioranza sciita e potenza regionale da tempo contraria alla presenza militare degli Usa in Iraq.