Dieci anni dopo Craxi
Dieci anni dalla morte dell’ex presidente del consiglio Bettino Craxi.
Eddie, che con Craxi andava pure all’ippodromo di Milano a vedere le corse dei cavalli, ha scritto al premier Silvio Berlusconi perché, spiega, “quel posto è legato alla memoria storica di Bettino e non è giusto che finisca così”.
Ma la vita del leader socialista in Tunisia, soprattutto negli ultimi anni, non era fatta tanto di serate goliardiche alla ‘Scala’. Craxi viveva soprattutto di notte: con il buio e la tranquillità prendeva carta e penna e scriveva articoli per l’Avanti o fax che poi spediva in Italia.
“Andava a dormire verso le tre – ricorda Hamid – poi si svegliava tardi, noi gli preparavamo la rassegna stampa e, dopo che la moglie gli faceva l’insulina, andavamo ad Hammamet. Ogni tanto, dall’Italia arrivavano artisti, la maggior parte semisconosciuti, con i quali Craxi si divertiva a coltivare la sua vena artistica”
Poi finirono anche gli artisti e venne il calvario della malattia e dei ricoveri fino al 19 gennaio. “Non mi scorderò mai – confessa il custode – le ultime parole che mi disse: “Accompagna Anna all’aeroporto, mi raccomando mia moglie, stai con lei finché l’aereo non parte”.
Poi l’ultima telefonata a Walter De Nino, storico compagno socialista in questi giorni ad Hammamet sempre al fianco di Stefania Craxi: “Mi chiese: ‘Ma e’ morto Guido Quaranta?’. No, gli spiegai che era Quaranta il senatore. ‘Buon per lui’, mi rispose”. Poche ore dopo la figlia lo ritrovò ormai in fin di vita.