Haiti, aiuti bloccati all’aeroporto
Mentre ad Haiti continuano ad arrivare le donazioni internazionali e molti criticano il ruolo degli Usa nel coordinare le operazioni di soccorso, il governo di Haiti riconosce che non ha la capacitàdi distribuire tutti gli alimenti e i soccorsi ricevuti.
A quasi una settimana dal sisma, sono ancora state trovate vive alcune persone tra le macerie: tra gli altri, una bimba di appena diciotto mesi, estratta coperta di polvere ma ancora in vita. E mentre i medici negli ospedali si trovano ad affrontare una situazione senza precedenti e sono costretti ad amputare arti che sono solo fratturati, il timore è che il peggio debba ancora venire.
La preoccupazione maggiore è per il diffondesri di epidemie, facilitato dalla mancanza di acqua. Il premier haitiano, Jean Max Bellerive, ha spiegato che il governo ha sepolto finora 72mila cadaveri, a cui devono essere sommati i “moltissimi” a cui hanno dato sepoltura le stesse famiglie. Il devastante sisma ha interessato un terzo della popolazione del paese: distrutte le case di circa 300mila famiglie e quelle di altrettante hanno subito danni o crepe.
All’aeroporto di Port-au-Prince continuano ad arrivare senza sosta gli aerei carichi di alimenti e medicine, che poi però rimangono ammassati ai bordi delle piste. Nonostante l’ingente sforzo umanitario messo in campo dalla comunità internazionale, la distribuzione degli aiuti rimane molto lenta, di gran lunga inferiore alle necessità della popolazione.
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon ha chiesto al consiglio di sicurezza di inviare altri 3.500 peacekeeper da aggiungere ai nove mila caschi blu già sul terreno.