Bossi fedelissimo di Berlusconi
Umberto Bossi si è dimostrato fedelissimo al premier Berlusconi.
“Se me lo chiede Silvio, io sarò in piazza con lui” aveva detto il leader del Carroccio. E così ha fatto. Con questo gesto è riuscito anche a zittire il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, che non voleva parlasse dal palco. Ma il diritto di parola gli è arrivato proprio dal premier.
“È uno come noi – sottolinea il premier -. È un uomo del popolo, lontano dai salotti chic. Ha gli stessi valori che abbiamo noi. Un alleato leale, un grande amico a cui mi sento legato, non solo da amicizia, ma da grande affetto”. Silvio esalta Umberto e la piazza esulta per il patto tra i due. Un patto che è la carta vincente di questo governo e che Bossi analizza quando il Cavaliere gli concede il microfono: “Se fossimo divisi nelle Regioni, sarebbe un disastro anche a Roma e nel governo centrale”.
In piazza c’è anche Giovanni Fontana, consigliere circoscrizionale a Bologna: “Io votavo Udc ma Casini è un voltafaccia. Allora mi sono avvicinato alla Lega perché, come il Pdl, difende quella libertà che rischieremmo di perdere se vincesse la sinistra”. Ma è a Fini che Fontana riserva le battute migliori: “Di lui non mi fido. Perché non è qui con noi? Ha sbagliato a non venire”. I leghisti che sfilano arrivano anche dalla Lombardia e dal Piemonte.
Enzo Berrasconi è di Varese e sta chiacchierando con un gruppo di amici: “Era obbligatoria la nostra presenza qui. Bossi ci ha chiesto di aiutare il Pdl e quando lui chiede noi eseguiamo”. Un pensiero condiviso anche da Salvatore Allegra di Tortona: “Il Pdl in Piemonte sta dando una grande mano a Cota e per riconoscenza oggi sono venuto qui per contraccambiare il favore. Dopotutto è risaputo: i leghisti sono i fedelissimi”.