“Non c’è il movente”
Delitto di Garlasco. “Non emerge alcun possibile movente dell’omicidio da parte dell’attuale imputato. Non è stata rilevata alcuna prova congrua”.
E’ quanto si legge nelle motivazioni della sentenza con cui il gup Stefano Vitelli lo scorso dicembre ha assolto con formula dubitativa Alberto Stasi dall’accusa di aver ucciso la sua fidanzata Chiara Poggi.
Per il giudice “così rettamente intesa – si legge nelle conclusioni delle motivazioni – questa finale regola probatoria e di giudizio rappresenta non solo l’attuazione di fondamentali principi costituzionali ed un imprescindibile pilastro di uno stato liberl-democratico (nel senso più alto e nobile) ma anche e prima ancora un naturale richiamo etico per ogni uomo giusto e ragionevole”.
“E’ più ragionevole affermare che la morte della ragazza si collochi nel lasso temporale immediatamente successivo alla disattivazione dell’allarme perimetrale avvenuto alle 9,12 di quella mattina”. Lo ha scritto il gup Vitelli. La valutazione del giudice ribalta quanto aveva sostenuto la Procura che aveva collocato la morte di Chiara dopo le 12,20 del 13 agosto del 2007.
“L’assassinio di Chiara Poggi ha richiesto diversi minuti – si legge nelle motivazioni della sentenza del gup – e non è stato un atto fortemente concentrato nel tempo”.
Il gup, inoltre ha evidenziato che a differenza di quanto avevano sostenuto i difensori di Stasi, “non vi sono sicure evidenze dimostrative della presenza di almeno due aggressori”.