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Politica -Gianfranco Fini alla riunione degli ex parlamentari di An

“Non me ne vado, ma non sto zitto”

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“Non toglierò il disturbo e non starò zitto”. Così ha esordito il presidente della Camera Gianfranco Fini nella riunione con gli ex parlamentari di An convocata oggi nella sala sala intitolata a Piniccio Tatarella.

“Ci sono dei momenti in cui bisogna guardarsi allo specchio. Decidere se si è disposti a rischiare per le proprie idee. Questo è il momento”. Più o meno le stesse parole usate stamane, nel suo editoriale, anche dal direttore di Ffwebmagazine, il periodico on line di Farefuturo, la fondazione di Fini. “Arriva il momento in cui disobbedire è morale – scrive Filippo Rossi -. Arriva il momento delle scelte e delle decisioni. Arriva il momento in cui i nodi vengono al pettine”.

E quel momento sembra essere arrivato per il cofondatore del Pdl. Che ha deciso di svelare le sue carte e di portare avanti il progetto di una minoranza interna che servirà, lo aveva spiegato ai suoi nei giorni scorsi ma lo ha sottolineato anche oggi, “non per destabilizzare il Pdl, ma per rafforzarlo”.

“Questa è una fase complicata – aggiunge il presidente della Camera – non ce la facevo più a porre sempre le stesse questioni al presidente del Consiglio”.

Il Pdl, prosegue, «lo avevamo immaginato diverso. Io voglio poter dire le cose che penso senza essere accusato di tradimento. Il Pdl deve essere libero e non può essere il partito del predellino».

Poi il messaggio al Cavaliere. Berlusconi, rimarca Fini, continua a pensare che si tratti “di incomprensioni”, invece “il problema è solo politico. Ci sono punti di vista diversi tra me e il premier. Il problema che si porrà sarà: il dissenso interno può esistere o siamo il partito del predellino? Sarà il momento della verità, un momento anche delicato”.

Per la terza carica dello Stato, quindi, “la fase del 70 a 30 è finita. Spero che Berlusconi accetti che esista un dissenso, vedremo quali saranno i patti consentiti a questa minoranza interna”.

20 aprile, 2010 - 19.09