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Cronaca - E' quanto emerge dal capo di imputazione dei pm romani che hanno chiuso le indagini sulla morte del ragazzo

Cucchi, un po’ di zucchero poteva salvarlo

<p>Stefano Cucchi</p>

Stefano Cucchi

Un cucchiaino di zucchero poteva salvare Cucchi.

Sarebbero bastati pochi grammi di zucchero, all’incirca venti calorie, sciolti in un bicchiere d’acqua per salvare la vita a Stefano Cucchi.
Un particolare che emerge dal capo d’imputazione dei pm romani che hanno chiuso le indagini sulla morte del ragazzo avvenuta il 22 ottobre 2009, una settimana dopo l’arresto per spaccio di sostanze stupefacenti.

Tra i reati formulati dalla procura non c’è più l’omicidio colposo e preterintenzionale. A carico dei medici dell’ospedale Pertini, infatti, i pm Barba e Loi hanno contestato, a vario titolo, il favoreggiamento, l’abbandono di incapace, l’abuso d’ufficio e il falso ideologico.

Lesioni e abuso di autorità sono le ipotesi di reato attribuite, invece, agli agenti della polizia penitenziaria. In tutto, tredici persone rischiano di finire sotto processo, di cui quattro nuovi indagati. Sono sei medici del Pertini, tre infermieri, tre guardie carcerarie e un funzionario del provveditorato regionale amministrazione penitenziaria.

1 maggio, 2010 - 11.33