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Chiesa cattolica -Si torna a parlare dei tre segreti che la Madonna avrebbe rivelato ai pastorelli

Domani il papa a Fatima

<p>Benedetto XVI</p>

Benedetto XVI

Il Papa lascia oggi Lisbona per trasferirsi a Fatima.

Il santuario mariano è la seconda tappa del viaggio di Benedetto XVI in Portogallo. Domani Ratzinger celebrerà messa nell’anniversario dell’attentato del 1981 a Wojtyla e della rivelazione, nel 2000, del cosiddetto terzo segreto.

Quella alla Madonna di Fatima è stata forse la devozione mariana più politica del Novecento. La prima e la seconda parte del segreto, pubblicate da Pio XII nel 1942, riguardano l’inferno, la seconda guerra mondiale e la Russia comunista.

Il segreto fu rivelato dalla Madonna nel 1917 a tre pastorelli, Giacinto, Francesca e Lucia, mentre i bolscevichi prendevano il potere in Russia.

La Madonna riferì successivamente l’unica sopravvissuta dei tre fratellini, suor Lucia chiedeva la consacrazione del paese al suo cuore immacolato. “Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace – era il messaggio della Madonna -. Se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte”.

“Ogni discussione perciò ed ogni ulteriore petizione sono senza fondamento – tagliò corto nel 2000 Tarcisio Bertone, allora segretario della Congregazione per la dottrina della fede e oggi Segretario di Stato vaticano. Ancora oggi, però, c’è chi non rinuncia alla provocazione.

Per l’attuale Papa, la rivelazione di Fatima è piuttosto una risposta al secolarismo e alla mancanza di fede dell’epoca contemporanea: “L’esortazione alla preghiera come via per la ‘salvezza delle anime’ e nello stesso senso il richiamo alla penitenza e alla conversione”.

Se la lettura del segreto di Fatima è stata, negli scorsi anni, prevalentemente politica, le parole pronunciate ieri in aereo, tuttavia, Benedetto XVI hanno allargato la sua interpretazione alla tematica della pedofilia e, più in generale, ad una lettura teologica e spirituale. Precisando che il “messaggio” non riguarda “situazioni particolari”, ma fornisce una “risposta fondamentale” relativa a “conversione permanente, penitenza, preghiera”, il Papa ha confermato che la visione del vescovo vestito di bianco che cade sotto gli attacchi dei nemici può essere “in sostanza” riferita all’attentato del 1981 a Giovanni Paolo II.

Se, però, i veggenti di Fatima parlavano di un “gruppo di soldati” che sparavano “vari colpi di arma da fuoco e frecce” contro i cristiani, Ratzinger ha sottolineato che in quel messaggio, oggi, si possono scoprire delle “novità”, ossia che “non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”.

12 maggio, 2010 - 18.40