“Massimiliano e Luigi non sono morti invano”
“Massimiliano e Luigi non sono morti invano”.
Così l’ordinario militare Vincenzo Pelvi, nell’omelia dei funerali per il sergente maggiore Ramadù e il caporal maggiore scelto Pascazio.
Si è svolta questa mattina a Santa Maria degli Angeli a Roma, la cerimonia dei due soldati morti lunedì scorso in Afghanistan.
Alle esequie hanno partecipato, oltre a centinaia di persone, anche i principali vertici politici, dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ai presidenti di Camera e Senato e membri della maggioranza e dell’opposizione.
“Il sacrificio dei nostri militari non è vano – ha detto monsignor Pelvi – non solo per l’Afghanistan ma anche per l’Italia e il mondo intero.
Luigi e Massimiliano – ha continuato hanno vissuto per gli altri e sono morti per gli altri, sono morti come hanno vissuto, offrendo la loro giovane vita per gli altri.
Per i nostri giovani militari le missioni di pace sono una questione d’amore – ha concluso Pelvi – per dare dignità e democrazia a chi piange e soffre nelle terre più dimenticate”.
Ramadù e Pascazio hanno perso la vita lunedì scorso, quando il blindato Lince su cui viaggiavano assieme a due commilitoni della Taurinense è stato investito dall’esplosione di un ordigno al passaggio di un convoglio multinazionale diretto a una base avanzata nella zona di Bala Murghab. A bordo del Lince insieme a loro anche il primo caporalmaggiore Gianfranco Sciré, 27 anni, e il caporale Cristina Buonacucina, 26, rimasti feriti.