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Politica -Fioroni dice sì mentre Franceschini non ci sta

Il documento di Veltroni divide il Pd

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Il documento Veltroni-Fioroni diventa una linea di divisione della minoranza.

Con Veltroni e Fioroni si sono schierati Gentiloni, Morando e l’area liberal, una parte degli ex-popolari.

Al rifiuto di Franceschini, Fassino, Marini, Castagnetti si sono uniti l’altra metà dei parlamentari di Area democratica. Si fanno ora gli ultimi conti. Dei 146 parlamentari che al congresso hanno sostenuto Franceschini, una supremazia pur lieve è rimasta a quest’ultimo. Comunque è soprattutto nell’area popolare che la conta ha provocato maggiore sofferenza.

Anche perché se da un lato Fioroni ha chiesto di addolcire toni e contenuti del documento (per raccogliere così più consensi), dall’altro Franceschini proprio per questo rincarava le sue critiche: “Se, come dite, non volete fare forzature, perché dividere oggi il Pd quando serve il massimo di unità?”.

Tra Veltroni, Franceschini e Fioroni c’è stato un confronto molto duro nell’aula di Montecitorio. Franceschini, su Twitter, ha scritto che “il protagonismo” dei singoli in questo momento non serve davanti alla “spaccatura della destra”. La raccolta delle firme, comunque, ormai era partita (anche se il testo è ancora oggetto di limatura e molti hanno firmato senza leggerlo).

L’altro paradosso di ieri in casa Pd è che la frenetica giornata delle firme ha fatto seguito al “caminetto” di martedì sera, concluso a detta di tutti i partecipanti nella concordia e in un “buon clima”. C’erano Veltroni e D’Alema, Marini e Fioroni, Franceschini e Finocchiaro. E se i veltroniani hanno insistito sulle difficoltà attuali del Pd, chiedendo di mettere da parte per ora alleanze e ipotesi emergenziali per rilanciare “il progetto originario” del partito, le reazioni di tutti i presenti sono state assolutamente positive. Lo stesso Bersani a Torino aveva messo l’accento sul rilancio del Pd e del suo radicamento.

E sia D’Alema che Letta o la Bindi hanno rimarcato la necessità di ripartire dal “progetto” del Pd. D’Alema, per rassicurare chi teme uno sbilanciamento a sinistra, ha anche aggiunto che il Pd deve lavorare per l’”unità sindacale”.

Dopo la conciliazione, però, Veltroni ieri mattina ha rilanciato: “Voglio un Pd più forte. Sbaglia chi non vede le difficoltà”. L’anticipazione di una sua intervista a Gioia ha poi aggiunto altro pepe: a Veltroni bruciano ancora “ingiustizie e vigliaccherie” subìte e lui intende comunque fare qualcosa, pur collocandosi “dentro e fuori” il gioco politico.

Democratica, la fondazione di Veltroni, promuoverà il 25 settembre con Generazione Italia una manifestazione ad Acciaroli in ricordo del sindaco Vassallo (ci saranno Veltroni e Fini). Ma intanto il documento, i cui principali autori sono Tonini e Ceruti, faceva salire la tensione nel Pd. Ieri a Montecitorio ci sono state riunioni dei veltroniani, con Verini, Minniti e Passoni molto attivi. Fioroni assicurava che “il documento non sarà messo ai voti in direzione”. E il franceschiniano Giacomelli commentava: “Siamo l’unico partito che nelle riunioni segrete va d’accordo e in pubblico si divide”.

Nell’estate Franceschini più di tutti aveva insistito sull’allarme democratico e sulla necessità di un’alleanza straordinaria per battere Berlusconi. Ma questa prospettiva è esattamente ciò che i veltroniani contestano (mentre Fioroni punta ad un’intesa con il centro, anziché con Di Pietro e la sinistra radicale).

Area democratica aveva in programma una riunione prima delle direzione Pd del 23. A questo punto non è scontato che si faccia. Franceschini, Fassino e Marino sono sempre più vicini a Bersani. Che ripete: “Siamo un partito aperto, non ci sono sovrani né scissioni, ma ci sono maggioranza e minoranza. Il mio compito è seguire la linea del congresso e pensare alla riscossa”.

La leadership resta il tema sullo sfondo, tanto più ora che Bersani si è candidato alle primarie. La maggioranza più ampia è anche funzione del sostegno al leader. Del resto, anche la veltroniana “vocazione maggioritaria” si fonda proprio sulla coincidenza tra leader di partito e candidato premier.

16 settembre, 2010 - 16.44